Le colonnine di ricarica presenti in Europa potrebbero risultare troppo esigue rispetto alle necessità degli utenti, anche in considerazione dell’ascesa che il settore delle auto elettriche sta vivendo. È quanto riferisce l’ACEA, l’associazione continentale dei costruttori, nel report “Making the Transition to Zero Emission Mobility”.
Secondo quanto riferito dal report, in una breve nota pubblicata da Il Fatto Quotidiano, le vendite di auto elettriche e l’installazione di colonnine di ricarica procederebbero a velocità assai differenziate. Mentre negli ultimi anni la vendita di vetture elettriche è cresciuta del 110%, nello stesso periodo di riferimento la disponibilità di colonnine è aumentata solo del 58%.
Oggi sono circa 200.000 le colonnine presenti in tutta Europa, di queste solo 28.586 sarebbero abilitate alla ricarica veloce dai 22 kW in su. Non è però tutto, poiché esiste anche un’evidente disparità geografica nella distribuzione dei punti di collegamento. Francia, Germania, Olanda e Regno Unito ospitano il 75% di tutte le colonnine, mentre gli altri Paesi europei si giocano il restante 15%. Eric Mark Huitema, direttore generale di ACEA, ha quindi espresso preoccupazione. Senza interventi immediati, infatti, la ridotta disponibilità di punti di ricarica potrebbe spingere gli utenti a rinunciare alle vetture elettriche.
È una situazione pericolosa, perché potrebbe bloccare la crescita delle vendite di auto elettriche, se i consumatori decidessero che semplicemente non ci sono abbastanza punti di ricarica o che sono troppo lenti.
Diversi Stati europei stanno però già investendo su questo fronte. La Germania, ad esempio, ha deciso di rendere obbligatoria l’installazione di almeno una colonnina di ricarica presso i distributori di benzina, affinché la loro distribuzione risulti la più capillare possibile. Altri Paesi hanno deciso di dotarsi di normative analoghe, anche con bonus di ristrutturazione per l’installazione di colonnine di ricarica veloce a livello condominiale.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, ACEA
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