Trucchi per cosmesi - www.ecoblog.it
Un’indagine dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha rivelato una preoccupante presenza di sostanze chimiche vietate nei cosmetici, sollevando interrogativi sulla capacità delle autorità di garantire la sicurezza dei prodotti in commercio. L’operazione, che ha coinvolto 13 Paesi dello Spazio Economico Europeo, ha evidenziato come molti articoli ancora contengano composti potenzialmente dannosi, nonostante le restrizioni vigenti.
L’operazione dell’ECHA, svoltasi tra novembre 2023 e aprile 2024, ha coinvolto 13 Paesi, tra cui l’Italia, e ha analizzato circa 4.500 articoli cosmetici. L’indagine si è concentrata sugli ingredienti indicati in etichetta, portando alla luce che 285 prodotti contenevano sostanze chimiche vietate. Queste sostanze sono state identificate come inquinanti organici persistenti (POP) o sostanze molto persistenti e tossiche (PBT/vPvB), note per i loro rischi sulla salute umana e sull’ambiente.
Tra le sostanze rinvenute, il Perfluorononyl dimethicone è stato trovato in eyeliner e matite per labbra, mentre il Perfluorononylethyl carboxydecyl PEG-10 dimethicone è emerso come una sostanza meno nota ma altrettanto preoccupante. Inoltre, composti come il Cyclopentasiloxane (D5), cyclomethicone (una miscela di D4, D5 e D6) e cyclotetrasiloxane (D4) sono stati identificati in balsami e maschere per capelli. Queste sostanze sono state vietate per i loro effetti nocivi, tra cui tossicità riproduttiva e sospetti effetti cancerogeni.
Un esempio significativo di sostanza vietata è il Lilial, una fragranza largamente utilizzata nei cosmetici e vietata nell’Unione Europea a causa dei suoi effetti dannosi sul sistema endocrino. Nonostante il divieto, il Lilial è stato rinvenuto in vari prodotti, sollevando dubbi sull’efficacia delle normative europee e sulla capacità delle autorità di garantire la sicurezza dei cosmetici.
A seguito della pubblicazione dei risultati dell’indagine, le autorità di controllo hanno avviato misure per ritirare dal mercato i cosmetici non conformi. L’ECHA ha sottolineato l’importanza di controllare l’elenco degli ingredienti e ha invitato i consumatori a prestare attenzione a sostanze come il Perfluorononyl dimethicone e il Cyclopentasiloxane. Tuttavia, il ritardo della Commissione Europea nell’elaborare e implementare le restrizioni sulle sostanze chimiche pericolose rappresenta una criticità.
Il Mediatore europeo ha evidenziato che, nonostante la Commissione abbia un termine di 3 mesi per concedere o rifiutare un’autorizzazione d’uso, in media ci vogliono circa 14 mesi, con alcuni casi che possono richiedere anni. Questo ritardo consente alle aziende di continuare a utilizzare sostanze chimiche vietate, esponendo i consumatori a rischi per la salute.
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