
Novità su WhatsApp (www.ecoblog.it)
Sul web è circolata una serie di notizie allarmistiche riguardanti la presunta capacità di Gemini di accedere alle chat di WhatsApp.
Queste affermazioni hanno generato confusione tra gli utenti, ma è fondamentale fare chiarezza e spiegare cosa è realmente cambiato con l’aggiornamento di Gemini e come funziona l’integrazione tra l’assistente digitale di Google e le app di messaggistica.
La realtà è molto più semplice e meno invasiva di quanto molti temono. Gemini non può in alcun modo accedere alle vostre chat di WhatsApp: non lo poteva fare prima e non può farlo neppure dopo il 7 luglio 2025. Il motivo principale risiede nel fatto che le conversazioni su WhatsApp sono protette da una crittografia end-to-end, che impedisce a chiunque, compresi Google e Meta, di leggerne il contenuto.
Gemini e WhatsApp: cosa può e non può fare l’assistente Google
L’integrazione di Gemini in Android mira a rendere l’assistente digitale più efficiente e contestuale, capace di interagire con le app installate sul telefono come faceva Google Assistant, che dal 2025 sta progressivamente lasciando il posto a Gemini. Per quanto riguarda WhatsApp, Gemini può interagire esclusivamente attraverso due meccanismi:
- Le Estensioni ufficiali di Gemini: create in collaborazione da Google e Meta, queste estensioni permettono a Gemini di eseguire azioni precise come inviare messaggi o effettuare chiamate, senza però leggere il contenuto delle chat. In pratica, Gemini “bussa alla porta” di WhatsApp tramite un’API e ordina all’app di inviare il testo richiesto dall’utente al contatto scelto.
- Il contesto “su schermo”: se l’utente ha aperto una chat WhatsApp e richiama Gemini, l’assistente può analizzare solo il testo visibile in quel momento sullo schermo per comprendere il contesto della richiesta. Ad esempio, se un messaggio dice “Ci vediamo al cinema stasera alle 21?”, Gemini può creare un promemoria basandosi su quel testo visibile, ma non sta accedendo al database delle chat.
Google ha pubblicato chiaramente cosa non è permesso all’estensione WhatsApp di Gemini: non può leggere, riassumere o rispondere ai messaggi, né gestire immagini, audio o video. Questo garantisce un livello di privacy elevatissimo.

Il cambiamento più importante riguarda la gestione della funzione chiamata “Attività App Gemini”, ovvero l’impostazione che permette o meno a Google di salvare le conversazioni con Gemini per migliorare l’esperienza utente e addestrare i modelli di intelligenza artificiale.
Fino al 7 luglio era necessario mantenere attiva questa funzione per poter utilizzare anche le estensioni, compresa quella di WhatsApp. Da quella data, invece, Google ha introdotto un sistema più flessibile, consentendo agli utenti di disattivare la memorizzazione delle conversazioni senza rinunciare all’uso delle estensioni. In questo modo, si può dare a Gemini il permesso di eseguire azioni pratiche come chiamare un contatto o inviare un messaggio senza che Google conservi i contenuti delle interazioni per l’addestramento dell’IA.
Inoltre, è sempre possibile disattivare singolarmente ogni estensione nelle impostazioni di Gemini, limitando l’accesso alle app che si preferisce. Questa doppia modalità di controllo – tra “Attività App Gemini” e gestione delle estensioni – rappresenta un livello di tutela maggiore per gli utenti, che non sono più obbligati a condividere dati per poter utilizzare le funzioni avanzate.
Google precisa inoltre che, tecnicamente, i dati devono essere temporaneamente conservati sui server per un massimo di 72 ore, al fine di garantire la memoria a breve termine dell’assistente: ciò permette a Gemini di “ricordare” il contesto durante una conversazione, come ad esempio rispondere a una domanda successiva basandosi su quella precedente.