
Novità condono fiscale (www.ecoblog.it)
È stato presentato un emendamento che reintroduce un ravvedimento speciale all’interno del concordato preventivo biennale.
È stato presentato un emendamento che reintroduce un ravvedimento speciale all’interno del concordato preventivo biennale, prevedendo così una sorta di condono fiscale per gli anni d’imposta dal 2018 al 2023. La misura, proposta dal deputato Marco Osnato di Fratelli d’Italia, mira a rilanciare un istituto che, anche per il 2025-2026, rischia di registrare una scarsa adesione a causa delle condizioni più rigide rispetto all’anno precedente.
Il nuovo condono fiscale nel concordato preventivo biennale
Il concordato preventivo biennale rappresenta un meccanismo di accordo con l’Agenzia delle Entrate riservato ai titolari di partita IVA e ai soggetti ISA (Indici Sintetici di Affidabilità), che consente di determinare la base imponibile e la tassazione su un arco temporale di due anni. Il calcolo si basa su parametri come i redditi dichiarati negli anni precedenti e il punteggio ISA, che misura l’affidabilità fiscale del contribuente.
Una delle principali criticità di questo strumento è che, per i contribuenti con un punteggio ISA basso, la base imponibile viene maggiorata in modo significativo, rendendo meno vantaggioso l’accordo. Tuttavia, l’introduzione di una flat tax sui maggiori redditi e la prospettiva di controlli fiscali più severi per chi non aderisce costituiscono incentivi per l’adesione.

Con l’emendamento di Osnato si prevede di reintrodurre un regime di ravvedimento speciale che permetterebbe di sanare le posizioni fiscali relative agli anni 2018-2023, estendendo anche a chi ha aderito al concordato preventivo per il biennio 2024-2025 la possibilità di regolarizzare il 2023.
Secondo la proposta, i contribuenti che scelgono di aderire al concordato possono applicare un regime di ravvedimento speciale, versando un’imposta sostitutiva che include l’imposta sui redditi, le relative addizionali e l’IRAP. La base imponibile su cui si applica l’aliquota viene determinata in modo forfettario, considerando il reddito dichiarato e il punteggio ISA.
La base imponibile è maggiorata in funzione della valutazione ISA:
- +5% per un punteggio pari a 10;
- +10% per punteggio da 8 a 10;
- +20% per punteggio da 6 a 8;
- +30% per punteggio da 4 a 6;
- +40% per punteggio da 3 a 4;
- +50% per punteggio inferiore a 3.
L’aliquota applicata varia invece in base alla fascia di punteggio ISA:
- 10% per punteggio pari o superiore a 9;
- 12% per punteggio tra 6 e 8;
- 15% per punteggio inferiore a 6.
Questa articolazione mira a premiare i contribuenti più affidabili con aliquote più basse, mentre per chi ha un grado di affidabilità fiscale inferiore si applicano maggiorazioni più elevate sia sulla base imponibile che sull’aliquota.
L’assenza del ravvedimento speciale nelle precedenti versioni del concordato biennale e l’esclusione per il 2025-2026 dei contribuenti in regime forfettario – che nel 2024 avevano potuto aderire in via sperimentale per un solo anno d’imposta – hanno ridotto la platea potenziale degli aderenti, alimentando il rischio di un nuovo flop.