Agricoltura

Altro che olio extravergine di oliva biologico: quello che hanno scoperto i NAS lascia l’Italia sconvolta

Un’indagine della Guardia di Finanza di Gallipoli ha svelato una vasta frode alimentare in Puglia riguardante l’uso illecito di olio lampante, non adatto al consumo umano, servito nelle mense scolastiche e nelle strutture per anziani. L’olio, spacciato per extravergine biologico, è stato distribuito in numerosi comuni del Leccese, coinvolgendo una società pugliese e un produttore calabrese. L’operazione ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di tre persone e al sequestro di migliaia di litri di prodotto contraffatto.

Frode alimentare nelle mense: olio lampante spacciato per extravergine

Secondo quanto emerso dalle indagini, l’olio lampante, categoria di olio di oliva non idoneo per il consumo umano, è stato miscelato con olio di semi di girasole e venduto come olio extravergine di oliva biologico. Il produttore calabrese, responsabile dell’impianto di imbottigliamento da oltre 6 mila litri, dichiarava il prodotto come extravergine, ma le analisi di laboratorio hanno evidenziato la presenza di sostanze non consentite e la natura non genuina dell’olio.

La società pugliese, destinataria dell’olio contraffatto, gestiva il servizio di refezione in 38 Comuni della provincia di Lecce, fornendo i pasti a bambini delle scuole dell’infanzia e primaria e agli anziani. L’olio adulterato veniva utilizzato nei 25 centri cottura della società, in violazione dei capitolati d’appalto che prevedevano esclusivamente l’uso di olio extravergine di oliva biologico.

La Guardia di Finanza ha sottolineato che questo sistema ha consentito alla società di aggiudicarsi appalti pubblici grazie a un prezzo di vendita estremamente basso, pari a 2,50 euro al litro, “ultra concorrenziale” e distante da quello di mercato. Secondo gli investigatori, la società era consapevole della natura fraudolenta del prodotto acquistato.

Indagini, sequestri e responsabili

L’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce e ha visto la collaborazione tra il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce e gli ispettori dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari di Puglia e Basilicata. Due sequestri di olio sono stati effettuati nelle province di Lecce e Reggio Calabria, con l’operato della Compagnia di Gallipoli diretta dal capitano Fabio Gugliandolo.

Nei giorni scorsi la Procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di tre persone: due imprenditori salentini, un imprenditore calabrese e la società di capitali pugliese coinvolta. Le accuse contestate sono di frode nelle pubbliche forniture e nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine.

Un precedente inquietante

Non è la prima volta che la medesima società pugliese finisce sotto la lente degli inquirenti. Nel 2016, infatti, nel Comune di Nardò si registrarono 174 casi di malessere tra bambini e alcuni adulti dopo il consumo dei pasti forniti dalla stessa azienda. In quell’occasione, l’amministrazione comunale interruppe il contratto con la società appaltatrice. Le verifiche condotte dai carabinieri del NAS e dalla ASL avevano riscontrato l’uso di ingredienti non conformi. La società, pur negando le responsabilità, fu condannata dal tribunale anche al pagamento delle spese legali.

Reazioni istituzionali e tutela della qualità alimentare

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha definito il fatto “gravissimo e un inganno intollerabile”. Ha ringraziato l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e la Guardia di Finanza per il loro impegno nel contrastare questa frode. Il ministro ha inoltre ricordato come, solo pochi giorni prima, in Sicilia fossero stati sequestrati tre milioni di litri di latte maltese spacciato per italiano, evidenziando l’efficacia dei controlli lungo tutta la filiera agroalimentare.

Secondo Lollobrigida, la legalità e la qualità rappresentano le fondamenta del Made in Italy e chi tenta di aggirare le regole deve aspettarsi un sistema di vigilanza pronto a intervenire per proteggere i consumatori, i produttori onesti e la reputazione delle eccellenze italiane.

Le fiamme gialle hanno sottolineato che la contraffazione e il commercio di prodotti non genuini non solo mettono a rischio la salute pubblica, ma danneggiano anche il mercato sottraendo opportunità e lavoro alle imprese che rispettano le normative.

Il contesto pugliese e le criticità della filiera alimentare

La Puglia, regione nota per la sua tradizione olivicola e per la produzione di olio extravergine di alta qualità, è oggi al centro di un’inchiesta che evidenzia le criticità nella gestione delle forniture pubbliche. La regione, con una superficie di circa 19.500 km² e quasi 3,9 milioni di abitanti, è una delle principali produttrici nazionali di olio d’oliva e vanta un patrimonio agroalimentare di rilievo.

Tuttavia, episodi come questo mettono in luce le sfide ancora aperte nella tutela della qualità alimentare, soprattutto quando si tratta di forniture destinate a fasce vulnerabili della popolazione come bambini e anziani.

Le indagini proseguono e la magistratura sarà chiamata a chiarire tutte le responsabilità, mentre le autorità locali sono state immediatamente informate per adottare misure di tutela della salute pubblica e garantire la sicurezza delle mense interessate.

Alessandro Fabiani

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Alessandro Fabiani

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