
La Piscina di Dio esiste davvero, è in Sicilia e Modugno ne era innamorato - ecoblog.it
Cala Tabaccara è la baia segreta di Lampedusa che Domenico Modugno chiamò “Piscina di Dio”. Un luogo sacro del Mediterraneo, accessibile solo in barca, dove natura e silenzio si fondono.
Tra le coste più remote di Lampedusa, esiste un tratto di mare dove la luce, l’acqua e la roccia sembrano parlare un’altra lingua. Non è una spiaggia segnalata dalle guide turistiche né una tappa obbligata per chi arriva sull’isola: è un luogo che si scopre per caso, o perché qualcuno ti ci porta con rispetto. Il suo nome è Cala Tabaccara, anche conosciuta dai locali come la Piscina di Dio, e chi c’è stato ne porta il ricordo come qualcosa di personale.
Lì, nel punto più silenzioso dell’isola, le barche sembrano galleggiare nel vuoto, l’acqua è così trasparente da far sparire il confine tra mare e cielo. Nessuna strada, nessun sentiero. Solo il mare come unico accesso, ed è forse questo ad averla resa intatta, sospesa nel tempo, fuori dai circuiti del turismo di massa.
Il rifugio lontano da tutto dove la natura detta i tempi
Per raggiungere Cala Tabaccara serve una barca, niente scorciatoie. Questo la protegge, la tiene lontana dalle follie dell’estate affollata. Chi arriva lo fa per scelta, sapendo che non troverà lidi, ombrelloni o musica. Solo il rumore dell’acqua che accarezza la roccia, il sole che colora il fondale, e una pace rara, che si fa sentire subito. L’effetto più sorprendente è dato dalla trasparenza assoluta dell’acqua, che, unita al colore chiaro del fondale, crea un’illusione ottica quasi irreale: le imbarcazioni sembrano sospese nell’aria. È per questo che tanti la fotografano dall’alto della barca, per catturare quella sensazione di galleggiamento astratto. Eppure, quando ci sei dentro, non pensi più alle foto. Sei immobile nel silenzio, come se tutto il Mediterraneo si fosse fermato.

A dare ancora più forza a questo luogo c’è un nome, tramandato con affetto dagli abitanti: Piscina di Dio. A chiamarla così fu Domenico Modugno, che scoprì la cala durante i suoi soggiorni sull’isola. Aveva una casa affacciata sull’Isola dei Conigli, ma era in questa baia che si rifugiava per ascoltare il mare e stare in silenzio. Un luogo che, secondo chi lo ha conosciuto, amava profondamente.
Un’esperienza che va oltre il mare: corpo, mente e lentezza
Fare il bagno qui non è come farlo altrove. Non ci sono onde, né corrente, né rumori. L’acqua è immobile, quasi densa, come se avesse un suo respiro. Ci si tuffa e si rimane sospesi, senza fretta, senza dire una parola. Alcuni la descrivono come un rito, non una semplice nuotata. I raggi del sole riflettono l’argento del fondale, creando sfumature che cambiano ogni minuto. Chi c’è stato racconta di una sensazione di leggerezza assoluta, come se quel tratto di mare sapesse custodire i pensieri e renderli meno pesanti.
Cala Tabaccara non è solo un luogo fisico. È una pausa, una lentezza necessaria. Qui non si viene per scattare foto o fare il bagno veloce prima di ripartire. Qui si resta. Si osserva, si ascolta. Si riapprende il silenzio, e in quel silenzio si ritrova qualcosa che altrove si perde. Visitare Cala Tabaccara significa entrare in un tempo diverso. Chi decide di arrivarci dovrebbe portare con sé solo il necessario: una maschera, dell’acqua, e un rispetto profondo. Niente musica, niente rifiuti, niente distrazioni. Solo occhi aperti e mente libera. Il resto lo fa lei, senza chiedere niente.