
Cibo contraffatto, la scoperta allerta i consumatori - ecoblog.it
Scopri cos’è la contraffazione alimentare, come si manifesta e quali strumenti usare per riconoscere prodotti falsi o adulterati, tutelando salute e qualità.
Ogni giorno compiamo scelte alimentari che hanno un impatto diretto sulla salute, sull’economia e sull’ambiente. Eppure, ciò che troviamo sugli scaffali non corrisponde sempre a ciò che crediamo di acquistare. La contraffazione alimentare è un fenomeno in crescita, capace di minare la fiducia dei consumatori, danneggiare le eccellenze italiane e mettere a rischio la sicurezza pubblica. Per ridurre i pericoli, è essenziale imparare a leggere in modo critico le etichette e a cogliere i segnali che indicano possibili frodi.
Contraffazione e sofisticazione: due pratiche diverse ma spesso collegate
La contraffazione alimentare si verifica quando un prodotto viene presentato come autentico o di qualità superiore pur non essendolo. Può avvenire attraverso l’uso fraudolento di marchi, denominazioni di origine o etichette che simulano una provenienza prestigiosa, fino a confezioni che imitano quelle di brand riconosciuti. Si tratta di una frode che colpisce l’identità commerciale e la reputazione di un alimento, senza necessariamente intervenire sulla sua composizione.

Diversa è la sofisticazione, che riguarda direttamente il contenuto. In questo caso si interviene sugli ingredienti, alterandoli o sostituendoli con materie prime di qualità inferiore. Esempi noti sono l’olio di semi venduto come extravergine, il vino allungato con acqua o colorato artificialmente, il latte diluito per aumentarne il volume. Questa manipolazione non solo riduce la qualità, ma può comportare rischi per la salute.
Tra le frodi più insidiose figura l’Italian Sounding, ossia la commercializzazione di prodotti che richiamano l’italianità nel nome, nel design del packaging o nella grafica, pur non avendo alcun legame con il Made in Italy. All’estero questo fenomeno è diffuso e redditizio: “Parmesan”, “Pompeian olive oil” o “Risotto Tuscan” sono solo alcuni esempi. In Sardegna esiste anche un “Sardinian Sounding” che falsifica bottarga, mirto, pecorino e Cannonau, sfruttando il prestigio locale per vendere alimenti di origine incerta.
Strumenti e comportamenti per tutelarsi come consumatori
Per difendersi da frodi e inganni, il primo passo è la lettura attenta delle etichette. Devono riportare dati chiari su origine, composizione, metodi di lavorazione, allergeni, eventuali certificazioni come Dop, Igp o Bio. Informazioni incomplete, poco leggibili o approssimative devono insospettire, così come l’assenza di nome e indirizzo del produttore o la mancanza di dati sulla tracciabilità.
L’aspetto esteriore della confezione può offrire indizi importanti: imballaggi di scarsa qualità, privi di codice a barre, numero di lotto o data di scadenza possono nascondere prodotti non conformi. Il rapporto qualità/prezzo è un altro elemento da valutare: prezzi eccessivamente bassi per prodotti tipici o certificati (come l’olio extravergine o il parmigiano reggiano) sono spesso un segnale di adulterazione o origine non dichiarata.
Il Regolamento UE 1169/2011 stabilisce che le etichette siano chiare e complete, mentre il Regolamento CE 178/2002 impone l’obbligo di tracciabilità per ogni lotto, dalla produzione alla vendita. Il numero di lotto, la provenienza geografica e i marchi di qualità sono elementi verificabili dal consumatore, anche grazie a strumenti come QR code o link che permettono di consultare informazioni aggiuntive.
Scegliere canali di acquisto sicuri – rivenditori autorizzati, supermercati affidabili, mercati certificati o produttori diretti – riduce notevolmente il rischio. Anche negli acquisti online, è necessario controllare l’affidabilità del sito, la sede dell’azienda e le recensioni di altri acquirenti.
Essere consumatori consapevoli significa fare domande, confrontare prodotti e non lasciarsi convincere da slogan o confezioni accattivanti. Ogni acquisto, infatti, è una scelta che influenza non solo ciò che portiamo in tavola, ma anche il futuro dell’intero sistema agroalimentare.