
Condizionatore sporco? Puliscilo in pochi minuti con questo metodo geniale -ecoblog.it
Polvere, foglie e sporcizia mettono a rischio l’efficienza del tuo impianto: ecco come pulirlo e dove va installato.
Nel cuore dell’estate o alle porte dell’inverno, l’unità esterna del climatizzatore è ciò che garantisce il corretto funzionamento dell’intero impianto. È esposta costantemente a intemperie, smog, detriti e polveri sottili. Senza una manutenzione regolare, può perdere efficienza, consumare di più o addirittura bloccarsi. Una semplice operazione di pulizia, se eseguita correttamente almeno una volta all’anno, permette di allungare la vita del sistema e di evitare danni o interventi costosi.
Il momento ideale per farla è prima dell’accensione stagionale, ma chi vive in zone molto esposte dovrebbe intervenire ogni sei mesi. Le operazioni non sono complesse, ma richiedono attenzione ai dettagli e il rispetto di alcune regole di sicurezza. E anche la posizione dell’unità esterna, spesso trascurata, incide molto sulla sua efficienza e durata.
Pulizia sicura: come farla senza danneggiare il sistema
Prima di tutto, consultare il manuale del climatizzatore è sempre la mossa giusta. Ogni modello ha specifiche diverse. Subito dopo, la cosa più importante è scollegare l’unità dalla corrente elettrica, per evitare rischi inutili. Si parte dalla parte esterna. Con una spazzola morbida, una scopa o anche un pennello da imbianchino si possono rimuovere facilmente polvere, foglie e detriti. Anche un aspirapolvere portatile (come il ProfiMATE Tescoma) può essere utile, purché usato con attenzione. Per chi vuole qualcosa di più flessibile, spolverini snodabili come quelli Tescoma raggiungono facilmente i punti più nascosti.

Una volta pulita la superficie, si possono rimuovere le viti per accedere all’interno. Qui serve molta cautela: non bisogna mai toccare fili, componenti elettrici o scollegare nulla. Con un pennello si eliminano i residui visibili, lavorando delicatamente tra le alette e le ventole. Se si nota una presenza eccessiva di grasso o polvere incrostata, si può usare un panno in microfibra leggermente umido o uno sgrassatore (facendo attenzione a coprire le parti elettriche prima dell’uso). Per chi vuole un kit dedicato, online esistono set specifici con pettini per alette, spazzole pieghevoli e strumenti per pulire in profondità. Dopo aver completato le operazioni, si rimonta la scocca e si ricollega l’alimentazione. Se non si è certi dei passaggi, è meglio affidarsi a un tecnico specializzato. Questa operazione, eseguita regolarmente, riduce il rischio di guasti, migliora il flusso d’aria e abbassa i consumi.
Dove installare (o non installare) l’unità esterna
Anche la posizione dell’unità esterna può determinare il successo o il fallimento dell’impianto. Non è solo una scelta tecnica, ma anche normativa. Il primo requisito è l’ombreggiatura: meglio evitare l’esposizione diretta al sole, per ridurre il carico termico e lo stress del motore. Allo stesso tempo, l’unità deve essere posizionata in un punto ben ventilato, ma protetto da pioggia battente, vento forte e nevicate. Spazio libero intorno? Almeno 30 cm su ogni lato per consentire una buona circolazione dell’aria. Anche la facilità di accesso conta: serve per i controlli, per eventuali riparazioni e per una pulizia periodica senza complicazioni. Ma c’è di più. L’installazione è soggetta a regole precise che non si possono ignorare. Tra queste: almeno 1 metro dai confini laterali della proprietà; 1,5 metri se si installa su terrazzi o balconi; 3 metri di distanza da finestre e prese d’aria di altri edifici.
Altro aspetto da non sottovalutare: il rumore. Le normative locali prevedono limiti ben precisi, di solito 70 dB di giorno e 60 dB di notte. Se si vive in condominio, bisogna consultare il regolamento: in alcuni casi l’installazione dell’unità esterna sul balcone o in facciata potrebbe richiedere l’approvazione dell’assemblea o essere vietata. Installare male l’unità, o in un punto vietato, può portare a sanzioni o obbligo di rimozione. Non è raro che le segnalazioni arrivino da vicini infastiditi dal rumore o dal getto d’aria.