
Tumore osseo, attenzione a questi sintomi: i campanelli d’allarme - ecoblog.it
Scopri cosa sono i tumori alle ossa, come riconoscerli, quali sono i più comuni e come cambia la prognosi in base al tipo e allo stadio della malattia.
I tumori alle ossa sono una forma rara ma significativa di neoplasia che colpisce il tessuto scheletrico o cartilagineo. Si distinguono tra tumori primari, che si sviluppano direttamente all’interno dell’osso, e tumori secondari, causati da metastasi provenienti da altri organi. Sono proprio questi ultimi i più diffusi, con una frequenza stimata fino a 100 volte superiore rispetto alle forme primarie. La distinzione tra tumori benigni e maligni è cruciale, poiché implica trattamenti e prognosi molto diversi. Riconoscerli in tempo può fare la differenza.
Tumori ossei benigni e maligni: differenze e forme più comuni
I tumori benigni, pur essendo meno pericolosi, non devono essere sottovalutati. Non si diffondono in altri organi, ma possono compromettere la stabilità strutturale dell’osso. Tra i più noti, l’osteocondroma, che rappresenta fino al 40% dei casi, colpisce bambini e adolescenti e si sviluppa soprattutto a livello di femore, tibia e omero. Encondroma e fibroma non ossificante sono altre forme comuni, generalmente asintomatiche, ma talvolta visibili sotto forma di rigonfiamenti o cisti. L’osteoclastoma, noto come tumore a cellule giganti, interessa pazienti tra i 20 e i 40 anni e si manifesta nelle estremità delle ossa lunghe. Altri esempi rari ma noti sono la cisti ossea aneurismatica e la displasia fibrosa, entrambe in grado di aumentare la fragilità ossea.

I tumori maligni, al contrario, hanno un comportamento invasivo e possono generare metastasi. Tra questi, il più frequente è l’osteosarcoma, tipico dell’infanzia e dell’adolescenza, localizzato spesso nelle ossa degli arti inferiori. Il sarcoma di Ewing, meno comune ma molto aggressivo, colpisce anch’esso i giovani, spesso a livello di bacino o femore. Il condrosarcoma, di origine cartilaginea, si manifesta invece in soggetti più anziani. Ancora più rari sono il cordoma, che colpisce la colonna vertebrale e la base cranica, e i tumori secondari, causati dalla diffusione di cellule tumorali da organi come seno, prostata o polmoni.
Cause, sintomi e diagnosi: quando preoccuparsi e a chi rivolgersi
La comparsa di un tumore osseo è legata a mutazioni genetiche che alterano il ciclo vitale delle cellule. Anche se non sempre è possibile identificare la causa esatta, si conoscono alcuni fattori di rischio: predisposizione genetica, esposizione a radiazioni ionizzanti, trattamenti oncologici pregressi e fratture ossee ricorrenti.
I sintomi variano molto in base al tipo e alla sede del tumore. Le forme benigne sono spesso silenziose e vengono scoperte per caso, mentre quelle maligne si manifestano con dolore osseo persistente, gonfiore, febbre e sudorazioni notturne. Nei bambini, si osserva talvolta una zoppia improvvisa o difficoltà motorie. Le complicanze più gravi includono le metastasi a distanza, in particolare nei polmoni, e la possibilità che alcune forme benigne evolvano in maligne, sebbene si tratti di eventi rari.
La diagnosi richiede una combinazione di esami clinici (visita, anamnesi, analisi del sangue e delle urine), imaging (radiografie, TAC, risonanza magnetica, scintigrafia ossea) e soprattutto biopsia. Solo l’esame istologico può confermare la natura del tumore e determinarne il grado di malignità. La diagnosi differenziale è spesso complessa, perché molte patologie muscolo-scheletriche presentano sintomi simili.