
Allerta totale in Italia: il 94% dei comuni a rischio idrogeologico, quali si salvano - ecoblog.it
Allerta in Italia, si alza il rischio idrogeologico per molti comuni, solo alcuni si salvano: ecco quali.
In Italia continua a crescere il numero di comuni esposti a rischi idrogeologici, con oltre il 94% dei territori comunali italiani inseriti nelle categorie di pericolosità per frane e alluvioni. Questa situazione preoccupante emerge dall’analisi più recente delle mappe di rischio redatte dagli enti di protezione civile e da istituti di ricerca ambientale, che evidenziano una distribuzione capillare di aree vulnerabili lungo tutto lo Stivale.
Attualmente, più di 7.000 comuni su circa 7.900 sono interessati da fenomeni di instabilità del territorio, causati principalmente da frane, smottamenti e allagamenti. Questi eventi, spesso aggravati da cambiamenti climatici e da interventi antropici poco sostenibili, mettono a repentaglio la sicurezza di milioni di cittadini e costituiscono un grave problema per la gestione delle infrastrutture e la tutela del patrimonio ambientale.
Le regioni più colpite si trovano soprattutto lungo il versante appenninico e nelle aree montuose del Nord e del Centro Italia, dove la geomorfologia accidentata facilita il verificarsi di dissesti. Tuttavia, anche molte zone di pianura e coste mostrano segnali di vulnerabilità crescenti, dovuti a fenomeni di erosione e allagamenti improvvisi. In particolare, la mappa aggiornata evidenzia un aumento significativo delle aree a rischio nelle regioni come Calabria, Campania, Toscana e Liguria.
Allerta in Italia, in questi comuni si alza il rischio idrogeologico
L’incremento delle aree a rischio è strettamente legato a una combinazione di fattori naturali e umani. Da un lato, l’intensificazione degli eventi meteorologici estremi piogge torrenziali, ondate di calore e siccità è una diretta conseguenza del cambiamento climatico in atto. Dall’altro, pratiche di gestione del territorio poco attente come l’abbandono delle aree rurali, la cementificazione indiscriminata e la mancata manutenzione del reticolo idrografico contribuiscono a ridurre la capacità di assorbimento del suolo, favorendo il verificarsi di frane e alluvioni.

Le ricadute di questa situazione sono molteplici: oltre al rischio per la vita umana, si registra un impatto economico rilevante, dovuto ai danni alle abitazioni, alle infrastrutture, alle attività produttive e al patrimonio culturale. Inoltre, la perdita di suolo fertile e la compromissione degli ecosistemi naturali rappresentano una minaccia per la biodiversità e per la qualità della vita nelle comunità locali.
Di fronte a questo scenario, le istituzioni italiane hanno intensificato gli sforzi per mettere in atto politiche di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico. Inoltre, sono stati potenziati i sistemi di monitoraggio e allerta precoce, con l’adozione di tecnologie avanzate come il telerilevamento satellitare e le reti di sensori ambientali. Questi strumenti consentono di individuare tempestivamente situazioni di pericolo e di attivare misure di emergenza per proteggere le popolazioni a rischio.
Fondamentale risulta anche l’educazione e la sensibilizzazione delle comunità locali, che devono essere coinvolte in processi partecipativi per la gestione del territorio e informate sulle corrette pratiche di prevenzione. Solo attraverso un approccio integrato e multidisciplinare si potrà sperare di ridurre l’impatto devastante degli eventi idrogeologici che sempre più frequentemente interessano il nostro Paese.