
Se usi sempre questo farmaco, sei a rischio: questo grave linfoma è dietro l'angolo - ecoblog.it
Usando questo farmaco non lo sai ma rischi davvero grosso per la tua salute, potrebbe svilupparti questo grave linfoma.
Quando si parla di effetti collaterali dei farmaci, si pensa spesso a disturbi temporanei o lievi. Ma ci sono casi in cui l’assunzione costante di un determinato farmaco può esporre a rischi ben più gravi.
È il caso del linfoma di Hodgkin, un tipo di tumore che colpisce il sistema linfatico e che, in alcune persone, può essere favorito proprio da un uso prolungato di immunosoppressori o da condizioni di immunodeficienza. Anche se si tratta di una malattia rara, le conseguenze possono essere pesanti se ignorata.
Come riconoscere il linfoma di Hodgkin e quando preoccuparsi
Il linfoma di Hodgkin si sviluppa nei linfociti , cellule del sangue fondamentali per il nostro sistema immunitario. La sua particolarità rispetto ad altri linfomi è la presenza della cellula di Reed-Sternberg , una cellula tumorale anomala facilmente individuabile con una biopsia linfonodale.

I segnali iniziali della malattia possono essere confusi con sintomi comuni. Spesso i pazienti lamentano linfonodi ingrossati, soprattutto al collo, sotto le ascelle o all’inguine. Febbre persistente non legata ad infezioni evidenti. Sudorazioni notturne abbondanti, perdita di peso non intenzionale e stanchezza cronica o prurito diffuso. In alcuni casi, i linfonodi possono diventare temporaneamente dolorosi dopo l’assunzione di alcol, un segnale molto specifico ma poco noto.
Se si assumono farmaci immunosoppressori per lungo tempo, come avviene nei pazienti sottoposti a trapianti o affetti da malattie autoimmuni come lupus o artrite reumatoide, è importante non sottovalutare questi sintomi. Anche l’infezione da HIV o il virus di Epstein-Barr possono aumentare la probabilità di sviluppare il linfoma di Hodgkin.
Se ti ritrovi in una delle categorie a rischio o noti sintomi sospetti, il primo passo è parlarne subito con il tuo medico. Non aspettare che “passi da solo”. Prima di tutto è meglio eseguire un controllo clinico e analisi del sangue per evidenziare anomalie nei globuli bianchi o segnali infiammatori. Esami di imaging (TC, PET/TC) che sono utili per identificare l’ingrossamento dei linfonodi anche nelle aree profonde come torace o addome. Infine, biopsia linfonodale ovvero l’unico esame che permette di confermare con certezza la presenza del linfoma di Hodgkin.
La diagnosi precoce è cruciale, nella maggior parte dei casi, il trattamento combinato di chemioterapia e radioterapia porta a una guarigione completa soprattutto se la malattia viene individuata agli stadi iniziali (I o II). I tassi di guarigione superano anche il 90% nei casi meno avanzati. Anche dopo la cura, è necessario mantenere uno stretto controllo medico.