
Chi può evitare la visita medica per l'accertamento della disabilità: servono questi documenti - Ecoblog.it
Chi può evitare la visita medica per l’accertamento della disabilità e per accedere ai bonus: quale documenti presentare.
Parte la sperimentazione della riforma sulla disabilità, una novità che interessa in modo diretto persone affette da disturbi dello spettro autistico, diabete di tipo 2 e sclerosi multipla.
In nove province italiane è già attiva una nuova procedura per ottenere il riconoscimento della disabilità, caratterizzata dall’introduzione di un certificato medico introduttivo completamente rinnovato e da modalità digitali che semplificano l’iter burocratico.
La riforma della disabilità: la sperimentazione in nove province italiane
La riforma, stabilita dalla legge n. 227 del 22 dicembre 2021, entrerà in vigore su tutto il territorio nazionale a partire da gennaio 2027. Tuttavia, alcune province hanno iniziato a testare in via sperimentale le nuove modalità di accertamento, con l’obiettivo di rendere le procedure più rapide, digitalizzate e meno gravose per i cittadini. Le province coinvolte in questa fase pilota sono: Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste. La sperimentazione si basa sull’applicazione del Decreto del Ministero della Salute 10 aprile 2025, n. 94, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 giugno e operativo dal 12 luglio 2025.
La normativa si applica esclusivamente alle richieste di riconoscimento della disabilità legata alle tre patologie menzionate, rappresentando un approccio più funzionale e centrato sull’impatto reale delle condizioni di salute sulla vita quotidiana. Questo cambiamento si inserisce nel contesto più ampio del decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62, che promuove una valutazione più olistica della persona, andando oltre la semplice diagnosi medica e basandosi sugli effetti pratici delle patologie sul benessere e l’autonomia dell’individuo.
Il certificato medico introduttivo è il documento fondamentale per avviare il processo di riconoscimento della disabilità. Fino a poco tempo fa, il cittadino doveva rivolgersi al proprio medico per ottenere il certificato, che poi veniva consegnato fisicamente all’INPS o caricato tramite CAF o patronati. Con la riforma, questa fase diventa completamente digitale: il medico certificatore redige e trasmette il certificato direttamente all’INPS in modalità telematica. In fase di compilazione, se il medico identifica una delle patologie coinvolte (autismo, diabete di tipo 2 o sclerosi multipla) tramite il codice ICD9-CM, è obbligato ad allegare una documentazione clinica dettagliata che attesti la diagnosi e il quadro clinico.

Viene inoltre introdotta la possibilità di scegliere una modalità alternativa alla visita medica tradizionale, nota come accertamento agli atti. Fondamentale in questa nuova procedura è la compilazione del questionario WHODAS 2.0, uno strumento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che misura il grado di limitazione nelle attività quotidiane causate dalla condizione di salute. Il questionario valuta sei aree funzionali: comprensione e comunicazione, mobilità, cura di sé, interazioni sociali, attività quotidiane e partecipazione alla vita sociale. Il suo corretto utilizzo consente una valutazione più completa e realistica della disabilità.
La vera novità consiste nella possibilità di evitare la visita medica in presenza con la commissione. Grazie alla nuova procedura, è possibile richiedere che l’accertamento venga effettuato esclusivamente sulla base della documentazione clinica presentata, eliminando la necessità di recarsi fisicamente presso una struttura sanitaria. Questo approccio, detto accertamento agli atti, rappresenta un progresso significativo per chi convive con patologie croniche documentabili e incontra difficoltà negli spostamenti o a sostenere visite in presenza. Tuttavia, questa opzione non è applicabile a tutti i casi. Possono beneficiarne:
- i certificati medici compilati e inviati a partire dal 12 luglio 2025 e relativi alle tre patologie coinvolte nella sperimentazione;
- i certificati in stato di “bozza” che vengono completati e trasmessi dopo tale data;
- i certificati medici integrativi (come previsto dal messaggio INPS n. 1980/2025), a condizione che non sia già stata fissata una visita.
Restano esclusi dalla procedura i certificati presentati prima del 12 luglio 2025 e quelli per cui l’INPS ha già pianificato la convocazione per la visita. In questi casi, si procederà con il sistema tradizionale, compresa la visita in presenza. Questo nuovo modello, se applicato con attenzione, potrebbe alleggerire il carico burocratico per le famiglie e l’INPS, evitando visite superflue e perdite di tempo. Resta però cruciale che il medico certificatore sia scrupoloso e aggiornato nella compilazione del certificato e che il paziente fornisca tutta la documentazione clinica necessaria per una valutazione completa.