
Come richiedere tutti i permessi che ti spettano in un anno sul posto di lavoro - Ecoblog.it
La tua azienda non può dirti di non se presenti queste domande: come capire se hai preso meno permessi dal lavoro quest’anno.
Il tema dei permessi retribuiti rappresenta un capitolo cruciale nel rapporto tra lavoratori e datori di lavoro in Italia, spesso fonte di dubbi e incomprensioni. Sebbene la normativa italiana garantisca diverse tipologie di permessi con diritto alla retribuzione, molti dipendenti non ne usufruiscono appieno, perdendo così occasioni importanti di conciliazione tra vita lavorativa e privata.
Scopriamo allora quali sono i principali permessi riconosciuti dalla legge e dai contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl), come funzionano e quali sono i trucchi per far valere i propri diritti senza rischiare un rifiuto ingiustificato da parte del proprio capo.
La disciplina dei permessi retribuiti: tra legge e contratti collettivi
La normativa italiana sui permessi retribuiti si fonda su un doppio binario: da un lato le leggi statali, che stabiliscono diritti inderogabili per tutti i lavoratori, pubblici e privati, dall’altro i diversi Ccnl che possono prevedere condizioni più favorevoli rispetto a quelle di legge, mai peggiorative. Ad esempio, mentre la legge garantisce specifici giorni per lutti o assistenza a familiari con disabilità, contratti come quello del settore commercio possono riconoscere un monte ore di permessi variabile a seconda delle dimensioni dell’azienda, oscillando tra 56 e 88 ore annuali.
Un esempio concreto riguarda i cosiddetti Rol (Riduzione Orario di Lavoro), permessi che i lavoratori maturano mensilmente in base al proprio inquadramento contrattuale e che sono indicati chiaramente in busta paga, distinguendo ore maturate, godute e residue. È fondamentale consultare il proprio Ccnl di riferimento per conoscere con precisione i permessi spettanti e le relative modalità di utilizzo.
Rol e ex festività
I permessi Rol sono uno strumento molto diffuso che consente una riduzione dell’orario di lavoro senza perdita di salario. Vanno richiesti con congruo anticipo e utilizzati entro la scadenza prevista dal contratto, altrimenti il datore di lavoro è obbligato a corrispondere un’indennità sostitutiva.
Le ex festività rappresentano giornate un tempo riconosciute come festività nazionali ma poi soppresse dal calendario ufficiale, tra cui San Giuseppe, Ascensione, Corpus Domini e la Festa dell’Unità Nazionale. Se queste cadono in un giorno lavorativo, il lavoratore ha diritto a un giorno di permesso retribuito che può essere utilizzato entro un termine specifico, altrimenti viene liquidato economicamente.
Permessi per eventi familiari e personali
Tra i permessi più tutelati dalla legge vi sono quelli per lutto o grave infermità di un familiare entro il secondo grado di parentela, che garantiscono 3 giorni di assenza retribuita da utilizzare entro 7 giorni dall’evento. Questi giorni non comprendono festivi o giorni non lavorativi e sono riconosciuti sia nel settore pubblico che privato. Quando si tratta di eventi felici, come il matrimonio del lavoratore, la legge prevede un congedo matrimoniale di 15 giorni consecutivi, calcolati in giorni di calendario e non solo lavorativi, da usufruire entro 30 giorni dalla data delle nozze.
Permessi per studio, concorsi ed esami
Molti contratti pubblici e privati riconoscono permessi specifici per sostenere concorsi ed esami: generalmente 8 giorni l’anno, validi solo per il giorno dell’esame con obbligo di certificazione da parte della commissione esaminatrice. Esistono poi permessi per studio fino a 150 ore (o 250 per completare la scuola dell’obbligo) che possono essere utilizzati nel corso di 3 anni per sostenere esami scolastici o universitari, indipendentemente dal risultato o dall’orario in cui si svolgono.

Donazioni di sangue e midollo osseo
Per la donazione di sangue, il lavoratore ha diritto a un giorno di permesso retribuito con obbligo di certificazione medica, mentre per la donazione di midollo osseo il permesso copre tutte le fasi necessarie, dal prelievo alla convalescenza, con retribuzione piena e copertura contributiva.
Permessi per motivi personali e cariche pubbliche
In alcuni Ccnl, come quello della scuola, sono previsti 3 giorni l’anno di permesso per motivi personali senza obbligo di giustificazione, anche se il datore di lavoro può valutare la compatibilità con le esigenze aziendali. I lavoratori eletti in cariche pubbliche hanno diritto a permessi per partecipare alle sedute degli enti locali, con estensione anche ai consigli circoscrizionali nelle città sopra i 500.000 abitanti, con regolamentazioni precise sugli orari e la durata dell’assenza.
Permessi per genitori e assistenza a familiari con handicap
Il diritto alla conciliazione tra lavoro e famiglia si traduce in una serie di permessi specifici: il congedo di maternità obbligatorio per le donne per 5 mesi, retribuito all’80%, e il congedo di paternità, che nel 2025 prevede 10 giorni al 100% retribuiti dall’Inps. Entrambi possono inoltre fruire del congedo parentale nei primi 12 anni di vita del bambino, con possibilità di fruizione ad ore e una recente maggiorazione della retribuzione per un mese di assenza. Per i lavoratori che assistono familiari con disabilità grave, la legge 104 riconosce 3 giorni di permesso mensili o 18 ore alternative per prestare assistenza, con retribuzione piena e contribuzione figurativa garantita.
Per evitare che un permesso venga negato, è fondamentale conoscere a fondo il proprio contratto collettivo e le norme di legge, presentando sempre la richiesta con adeguato anticipo e documentando correttamente la motivazione. Il datore di lavoro può legittimamente pianificare l’organizzazione aziendale, ma non può rifiutare permessi previsti dalla legge o dal Ccnl senza valide ragioni organizzative.
Consultare regolarmente la propria busta paga e il regolamento aziendale aiuta a monitorare i permessi maturati e disponibili, evitando di perdere ore importanti che spettano per diritto. Inoltre, aggiornarsi sulle novità legislative, come la recente estensione del congedo parentale retribuito o le modifiche ai permessi per motivi personali, consente di esercitare consapevolmente i propri diritti. In questo modo, anche chi fino a oggi ha usufruito di meno permessi di quelli spettanti può iniziare a farli valere senza timori, migliorando l’equilibrio tra lavoro e vita privata e tutelando il proprio benessere.