
Errori terribili nella raccolta differenziata - ecoblog.it
Non tutto finisce nell’indifferenziato. Dai farmaci alle pile, fino alla cenere del camino: ecco come smaltire correttamente i rifiuti che generano più dubbi.
Quando si parla di raccolta differenziata, molte persone si muovono con sicurezza per vetro, plastica, carta e organico. I dubbi nascono però davanti a rifiuti meno comuni: medicine scadute, pile esaurite, piccoli elettrodomestici o persino la cenere del camino. Oggetti che spesso, per mancanza di informazioni, finiscono per errore nel sacco dell’indifferenziato. In realtà, si tratta di materiali che richiedono un trattamento specifico, sia per i rischi ambientali che per le possibilità di recupero. Un esempio su tutti sono i farmaci scaduti. Non vanno mai gettati nei bidoni domestici, né nell’indifferenziato né nell’umido. In farmacia esistono appositi contenitori dedicati: qui vengono raccolti e trattati separatamente perché i principi attivi possono contaminare il sottosuolo e danneggiare i sistemi di depurazione. Le confezioni di carta si smaltiscono con la raccolta dedicata, mentre i blister in plastica e alluminio vanno nel multimateriale.
Pile, cenere e rifiuti verdi: cosa fare
Altro grande errore riguarda le pile scariche. Spesso dimenticate nei cassetti o buttate via in modo sbagliato, contengono sostanze come mercurio e cadmio, altamente tossiche. Per questo motivo vanno raccolte nei contenitori dedicati che si trovano nei supermercati, nei negozi di elettronica o nelle isole ecologiche. Lo stesso vale per le batterie più grandi, che richiedono sempre uno smaltimento speciale.

La cenere di camino o stufa, una volta fredda, non deve essere buttata nell’indifferenziato. Può invece finire nell’organico o nella compostiera domestica. Non è solo un rifiuto da eliminare: in alcune tradizioni veniva utilizzata per preparare la lisciva, un detersivo naturale che le nostre bisnonne impiegavano per il bucato. Ancora oggi, i più curiosi possono provare a riutilizzarla come fertilizzante o per piccole sperimentazioni casalinghe. Diverso è il discorso per gli scarti del giardino. Foglie secche, rami e sfalci non vanno nell’organico né nell’indifferenziato. Possono essere conferiti al centro di raccolta o affidati ai servizi di ritiro a domicilio previsti da molti Comuni. In questo modo il materiale vegetale viene avviato al compostaggio e trasformato in concime naturale.
Abiti ed elettrodomestici: i rifiuti che trovano nuova vita
Tra i rifiuti più frequenti ci sono anche i vestiti usati. Non devono mai finire nel sacco nero: se in buone condizioni possono essere donati, venduti nei negozi di seconda mano o affidati ai cassonetti gialli per il recupero tessile. Negli ultimi anni è cresciuto anche il fenomeno degli swap party, incontri nati a New York e diffusi in molte città italiane dove ci si scambia capi ancora utilizzabili. In alternativa, esistono applicazioni dedicate alla vendita dell’usato che aiutano a liberare gli armadi riducendo lo spreco. Infine ci sono i piccoli elettrodomestici: phon, frullatori, ventilatori, telecomandi, lampade, caricabatterie. Tutti questi oggetti fanno parte dei cosiddetti RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e devono essere portati nei centri di raccolta o consegnati tramite ritiro a domicilio. Prima di disfarsene, è sempre consigliabile verificare se possano essere riparati o riutilizzati. In molti casi, un apparecchio che non serve più può essere utile a qualcun altro.
Un ultimo esempio riguarda il fondo del caffè, che va nell’umido o nella compostiera domestica. I filtri della macchina devono seguire le istruzioni riportate sull’etichetta: se compostabili possono andare nell’organico, altrimenti devono essere smaltiti diversamente. I fondi, tra l’altro, sono ottimi come fertilizzante naturale per piante e fiori, confermando ancora una volta che non tutto ciò che consideriamo rifiuto è davvero tale. La raccolta differenziata, insomma, non è solo una regola da rispettare: è un gesto quotidiano che richiede attenzione e responsabilità. Imparare a conferire correttamente i rifiuti “difficili” significa ridurre l’impatto sull’ambiente, prevenire contaminazioni e dare nuova vita a materiali che, altrimenti, finirebbero semplicemente in discarica.