
Errori terribili nella raccolta differenziata: carta e non solo, cosa sbagliamo - ecoblog.it
Separare correttamente i rifiuti non è sempre così semplice: errori frequenti compromettono il riciclo e rallentano il lavoro dei centri di selezione.
La raccolta differenziata dovrebbe essere un gesto automatico, parte della vita quotidiana. In realtà, gli sbagli sono più diffusi di quanto si pensi. Basta un contenitore sporco o un materiale conferito nel bidone sbagliato per compromettere interi lotti di riciclo. E non a caso, i dati mostrano che ancora oggi molti comuni italiani devono gestire elevate percentuali di rifiuti non correttamente separati. Questa guida affronta le principali categorie di materiali e mette in evidenza gli errori da evitare, dai più banali ai più insidiosi.
Plastica, carta e vetro: i falsi amici della differenziata
Quando si parla di plastica, l’errore più frequente è considerare riciclabile qualsiasi oggetto che a vista sembri tale. Non è così: piatti e bicchieri usa e getta sporchi, buste unte o contenitori con residui alimentari non devono essere gettati nella plastica. Il simbolo presente sul fondo degli imballaggi è la chiave: il PET è accettato, mentre il PVC no. E gli imballaggi multistrato, come quelli composti da plastica e alluminio, vanno in un’altra categoria. Chi non controlla l’etichetta rischia di vanificare l’intero processo di selezione.

Sulla carta gli sbagli non mancano. Uno tra i più comuni è inserire nel contenitore fazzoletti usati, tovaglioli unti e cartoni della pizza macchiati. Questi materiali finiscono nell’umido, non nella carta. Lo stesso vale per gli scontrini fiscali, realizzati con carta chimica, e per la carta forno, trattata con silicone. Riviste plastificate e brochure richiedono la separazione della copertina, altrimenti diventano scarti. Sono dettagli che fanno la differenza, anche perché molti comuni hanno introdotto controlli più rigidi sul conferimento.
Il vetro sembra semplice, ma non tutto ciò che brilla va nel bidone verde. Bicchieri, calici, specchi e ceramiche non sono riciclabili insieme a bottiglie e barattoli. In molti casi, materiali simili ma non compatibili finiscono per danneggiare gli impianti. Le lampadine, per esempio, rientrano nei RAEE e non vanno mai conferite nel vetro. Eppure ancora oggi, secondo le associazioni di categoria, il 30% delle lampadine raccolte proviene da errori di smaltimento. Anche i tappi devono essere separati: metallo e plastica seguono contenitori diversi.
Metalli, umido e rifiuti speciali: cosa non sbagliare mai
La raccolta dei metalli è spesso trascurata. Le lattine e le scatolette vanno svuotate e sciacquate: gettarle sporche compromette il resto del materiale. Le bombolette spray seguono regole precise: solo quelle completamente vuote e non tossiche possono entrare nella raccolta, altrimenti vanno trattate come rifiuti speciali. Stesso discorso per il tetrapak, accettato in alcuni comuni con la carta e in altri con il multimateriale: non informarsi genera errori costosi. Il bidone dell’umido è spesso usato in modo improprio. I liquidi come zuppe e salse non vanno conferiti, perché alterano il compostaggio. Anche avanzi di carne e pesce possono risultare non idonei in alcuni sistemi domestici. I sacchetti di plastica tradizionali sono un altro errore grave: servono solo quelli certificati compostabili. Molti cittadini continuano a sbagliare con i cartoni della pizza unti: se troppo sporchi vanno nell’indifferenziato, non nella carta né nell’umido.
I RAEE, cioè i rifiuti elettronici, richiedono ancora più attenzione. Telefoni, caricabatterie, piccoli elettrodomestici non vanno mai nei bidoni normali. Le batterie esauste devono essere conferite nei contenitori dedicati, presenti nei supermercati o nei negozi di elettronica. Non rispettare queste regole significa immettere sostanze tossiche nell’ambiente. Per i farmaci scaduti esistono appositi contenitori in farmacia: qui l’errore più comune è gettarli nell’indifferenziato con le confezioni ancora integre. In realtà il blister va separato e il medicinale smaltito correttamente.
Nelle città, la gestione condominiale è un altro nodo critico. Contenitori usati senza criterio, cartelli mancanti e scarsa comunicazione tra condomini portano a risultati pessimi. Alcuni comuni hanno iniziato a nominare referenti ambientali nei palazzi, con il compito di vigilare e informare i residenti. In vacanza, poi, la situazione peggiora: molti turisti ignorano le regole locali e finiscono per mescolare i rifiuti, specie in campeggi e case affittate. Infine, l’educazione dei bambini resta un punto strategico. Considerarli “troppo piccoli” è un errore: con giochi, esempi pratici e strumenti didattici possono imparare presto. L’incoerenza degli adulti è il vero ostacolo: se non si separano correttamente i rifiuti, il messaggio educativo perde forza.