Esselunga e carne bovina: quello che non tutti sanno sull’origine dei prodotti in vendita - ecoblog.it
Dal 2017 l’azienda ha scelto allevamenti italiani certificati per garantire qualità e benessere animale
La grande distribuzione organizzata è diventata il punto di riferimento per milioni di famiglie italiane, soprattutto quando si tratta di acquisti settimanali. Tra i reparti più visitati ci sono quelli dedicati a carne, pesce e ortofrutta. Eppure, nonostante la spinta verso la convenienza, i consumatori chiedono oggi più che mai trasparenza, tracciabilità e sicurezza. È in questo contesto che Esselunga, uno dei nomi più noti della GDO italiana, ha costruito una propria filiera certificata per la carne bovina, puntando su allevamenti italiani e protocolli rigorosi.
Le scelte di filiera: carne italiana e controllo degli allevamenti
Esselunga ha avviato nel 2017 un programma di selezione e controllo per la carne bovina venduta con il proprio marchio, dando vita al progetto Naturama. L’obiettivo era duplice: garantire una filiera corta e trasparente e certificare il benessere animale secondo criteri oggettivi. Per farlo, ha stretto accordi solo con quegli allevamenti italiani che superano le soglie qualitative stabilite dal CReNBA, il Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale.
Il CReNBA, oggi integrato nel più ampio sistema Classyfarm, è un ente ufficiale che valuta lo stato degli allevamenti tramite ispezioni periodiche e protocolli condivisi con il Ministero. Ogni allevamento partner deve rispettare parametri ben precisi legati alla pulizia, alla gestione sanitaria, alla nutrizione e alla struttura degli spazi in cui vivono gli animali. Solo se i punteggi raggiungono livelli adeguati, la carne prodotta può entrare nel circuito di Esselunga.

Questo approccio ha permesso all’azienda di ampliare progressivamente la propria offerta. Dopo i primi lotti di scottona e vitellone, già nel 2018 è stata introdotta anche una filiera dedicata al vitello, sempre sotto marchio Naturama. La carne in vendita viene etichettata secondo un disciplinare facoltativo, ma soggetto comunque a verifica da parte del Ministero delle Politiche Agricole.
Cosa dice l’etichetta: trasparenza e responsabilità nei confronti del consumatore
Ogni confezione di carne Naturama riporta informazioni dettagliate sull’origine e sulla qualità della produzione. Questo non solo per rispetto delle normative italiane, ma come scelta strategica: comunicare la provenienza della carne significa rispondere a un’esigenza reale del pubblico. Sempre più consumatori vogliono sapere da dove arriva la carne, come vengono trattati gli animali e quali sono le garanzie in termini di igiene e sicurezza alimentare.
Le etichette riportano elementi come la tracciabilità del capo, la zona geografica dell’allevamento, e la certificazione del benessere animale. Dietro a questi dati si nasconde un sistema articolato di controlli a monte, frutto degli accordi tra Esselunga e i fornitori, che devono seguire specifiche linee guida su gestione degli ambienti, alimentazione degli animali e controlli sanitari.
Il processo si traduce in una maggiore sicurezza per il consumatore, che può acquistare carne bovina con un livello superiore di fiducia, senza dover necessariamente rinunciare al prezzo competitivo offerto dalla GDO. Allo stesso tempo, viene incentivato un modello di allevamento responsabile, che guarda anche agli aspetti etici della produzione.
La presenza del marchio Naturama rappresenta, quindi, una garanzia aggiuntiva. È importante, però, leggere sempre con attenzione l’etichetta: solo i prodotti che riportano chiaramente le diciture relative al sistema CReNBA/Classyfarm sono parte della filiera tracciata di Esselunga. Non tutta la carne in vendita nei punti vendita ha necessariamente la stessa provenienza o lo stesso livello di controllo.
Chi acquista, insomma, ha oggi più strumenti per scegliere consapevolmente, e il ruolo della distribuzione moderna, quando gestito con responsabilità, può diventare un alleato importante per una spesa più sicura e trasparente.
