Sette cose che non devi mai gettare nell'indifferenziato (e quasi tutti sbagliano) - ecoblog.it
Alcuni rifiuti non devono mai finire nell’indifferenziato: farmaci, pile, vestiti usati e piccoli elettrodomestici. Ecco cosa succede se sbagli e come smaltirli nel modo giusto per evitare danni all’ambiente e multe salate
Saper distinguere correttamente i rifiuti domestici è fondamentale per una raccolta differenziata efficace e rispettosa dell’ambiente. Ma tra sacco nero, plastica, carta, organico e centri di raccolta, anche le persone più attente finiscono per sbagliare. Ogni giorno in casa ci troviamo a gestire materiali ambigui: medicine scadute, pile esauste, asciugacapelli rotti, cenere o fondi di caffè. Dove vanno gettati davvero? Non nell’indifferenziato. Il famoso “sacco nero” deve contenere solo ciò che non è riciclabile e che non rientra in nessun’altra categoria. Ecco quindi una mappa pratica dei rifiuti più fraintesi che richiedono attenzioni specifiche.
I sette rifiuti da non buttare mai nel secco: come smaltirli correttamente
I farmaci scaduti sono tra i più pericolosi se smaltiti male. Nessuna compressa o flacone va gettato nel bidone di casa. I principi attivi dei medicinali, se rilasciati nell’ambiente, possono compromettere le falde acquifere e danneggiare gli impianti di depurazione. Il conferimento corretto avviene esclusivamente tramite gli appositi contenitori nelle farmacie. Le scatole in cartone possono essere gettate nella carta, mentre i blister in plastica e alluminio vanno nel multimateriale.

Discorso simile per le pile esaurite, che contengono sostanze tossiche come mercurio e cadmio. Anche in questo caso, mai lasciarle nel sacco nero. Esistono contenitori appositi nei supermercati, nei negozi di elettronica o nelle isole ecologiche comunali.
Chi ha un giardino lo sa: gestire gli scarti verdi come foglie secche e sfalci può diventare complicato. Questi non vanno buttati né nell’organico né nell’indifferenziato. In molti comuni è attivo un servizio di ritiro a domicilio, oppure è possibile portarli al centro di raccolta più vicino.
Un caso particolare è la cenere: da caminetti, stufe o barbecue. Una volta completamente fredda, può essere smaltita nell’organico o utilizzata per il compost domestico. Esiste anche un modo per riutilizzarla: trasformarla in lisciva, un detergente naturale a base di cenere, come si faceva una volta.
Gli abiti usati non finiscono mai nell’indifferenziata. I cassonetti gialli per la raccolta degli indumenti sono ormai diffusi in tutte le città. Ma oltre al riciclo, esiste anche il riuso: si possono regalare a familiari, amici, o provare a venderli su app dedicate o nei negozi dell’usato. Un’alternativa interessante è lo swap party, dove gli abiti si scambiano in modo informale tra privati.
I piccoli elettrodomestici rotti sono tra i rifiuti più mal gestiti. Phon, frullatori, caricatori, telecomandi, auricolari: se non funzionano più, non vanno nel secco ma conferiti come RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) nei centri di raccolta. In alcuni casi è disponibile anche il ritiro gratuito a domicilio. Prima di buttarli, però, è sempre bene verificare se possano essere riparati o riutilizzati.
Infine i fondi di caffè, spesso gettati nel lavandino o nell’immondizia. In realtà devono andare nell’organico o nel compost domestico. Se si usa la macchina automatica, è importante verificare se i filtri siano compostabili. Altrimenti, vanno separati. I fondi di caffè, tra l’altro, sono ottimi fertilizzanti naturali per piante e fiori.
L’importanza di riconoscere gli errori (e di fare una verifica in più)
Il gesto automatico di buttare qualcosa nel primo bidone a portata di mano è spesso frutto della fretta o della disinformazione. Ma proprio per questo educarsi alla differenziazione è essenziale. Basta uno sguardo in più all’etichetta del prodotto o una rapida ricerca online per evitare errori potenzialmente dannosi. Molti Comuni mettono a disposizione strumenti digitali come app rifiutario o siti consultabili in base al tipo di rifiuto.
Tra i suggerimenti da tenere a mente c’è quello di non agire per abitudine. Una pila non è “piccola”, un flacone di sciroppo non è “liquido innocuo”, un phon non è “plastica con fili”. Sono tutti oggetti con un impatto ambientale se smaltiti nel modo sbagliato. Per questo è utile rallentare un momento e chiedersi: dove va davvero? Alcuni contenitori, come quelli per farmaci o pile, sono molto più vicini di quanto si pensi: spesso basta una fermata in farmacia o una visita al supermercato.
Non a caso, sempre più città stanno potenziando i centri di raccolta e i servizi porta a porta per incentivare una gestione consapevole dei rifiuti. Ma la responsabilità comincia in casa. Differenziare è solo una parte del lavoro. Il passo successivo — ancora più importante — è produrre meno rifiuti. Riparare invece di buttare, condividere ciò che non si usa più, evitare acquisti superflui, scegliere prodotti durevoli. Tutto parte da una scelta personale.
