
Dove buttare la carta che copre il pesce o la carne? - ecoblog.it
La carta che avvolge alimenti come carne e pesce non sempre può essere riciclata: ecco come riconoscerla e smaltirla nel modo giusto secondo le linee guida ufficiali
Nel mondo della raccolta differenziata, non tutti i materiali sono così semplici da classificare. Tra i più discussi c’è senza dubbio la carta utilizzata per avvolgere carne, pesce e formaggi, spesso chiamata “carta oleata”. A prima vista sembra carta comune, ma la sua composizione la rende un caso a parte. Capire dove buttarla è fondamentale per evitare errori e garantire un riciclo efficiente, riducendo al minimo l’impatto ambientale.
La carta alimentare impiegata nei banchi del fresco o nelle gastronomie è realizzata per resistere ai liquidi e ai grassi, proteggendo gli alimenti durante il trasporto e la conservazione. Proprio per questo, però, viene trattata con sostanze impermeabilizzanti come cera, paraffina o film plastici sottili. Questi rivestimenti rendono la superficie antiaderente e più resistente, ma complicano il processo di riciclo, perché impediscono al materiale di comportarsi come una normale carta da macero.
Com’è fatta la carta oleata per alimenti
La carta oleata nasce dall’unione di fibre cellulosiche e strati sottilissimi di materiali protettivi. Può essere trattata con cera naturale, resine sintetiche o pellicole di polietilene, che la rendono impermeabile all’acqua e ai grassi. Questa caratteristica la rende indispensabile nei reparti alimentari, dove è necessario evitare contaminazioni o fuoriuscite di liquidi. Tuttavia, lo stesso strato che protegge il cibo ostacola i processi di recupero della carta, perché impedisce la corretta separazione delle fibre durante il riciclo.
Nonostante la somiglianza con il cartoncino o la carta da forno, la carta oleata non rientra nella raccolta tradizionale. Quando si tratta di smaltirla, è importante verificare le indicazioni presenti sull’imballaggio o chiedere conferma al proprio Comune, poiché alcune varianti possono avere trattamenti differenti.

Secondo le linee guida del Comieco (il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi cellulosici), la carta oleata che avvolge pesce o carne deve essere gettata nel secco indifferenziato, a meno che non sia chiaramente indicato che si tratta di un materiale compostabile o riciclabile. La motivazione è semplice: i rivestimenti impermeabili, anche se sottili, impediscono il riciclo e contaminano la carta raccolta, compromettendone la qualità complessiva. In pratica, inserendo questa carta nel bidone sbagliato si rischia di rendere inutilizzabile un intero lotto di materiale destinato al recupero.
Esistono però alcune eccezioni. In certi casi, la carta per alimenti è composta da due strati separabili — uno di plastica e uno di carta. Se il rivestimento plastico può essere facilmente rimosso, è possibile dividere i materiali e smaltirli correttamente: la plastica nel contenitore giallo, la carta pulita in quello azzurro o bianco. In caso contrario, meglio non rischiare: va nel secco.
L’importanza di una corretta gestione ambientale
Gestire correttamente questo tipo di rifiuti non è solo un gesto civico, ma anche un atto di responsabilità ambientale. La carta oleata rappresenta un esempio di come materiali apparentemente innocui possano diventare un problema se non trattati nel modo giusto. Buttarla nel contenitore corretto aiuta a ridurre i rifiuti indifferenziati, evitando di appesantire i sistemi di smaltimento e migliorando l’efficienza complessiva del riciclo.
Le buone pratiche iniziano da piccoli gesti: separare i materiali quando possibile, leggere le etichette e non confondere la carta oleata con quella da forno o da imballo. Ogni decisione corretta contribuisce a un sistema più sostenibile e consapevole, dove il riciclo non è solo un obbligo, ma una forma concreta di rispetto per l’ambiente.