La rotazione della Terra cambierà e non è una bella notizia: c'è già la data -ecoblog.it
La rotazione terrestre mostra variazioni misurate in millisecondi e gli enti scientifici valutano correzioni del tempo universale.
L’accelerazione della rotazione terrestre è tornata sotto osservazione. I dati più recenti mostrano che diversi giorni del 2025 risultano leggermente più corti rispetto allo standard delle 24 ore. Il 10 luglio è stato finora registrato come il giorno più breve dell’anno, con una durata inferiore di 1,36 millisecondi rispetto ai canonici 86.400 secondi che segnano il tempo quotidiano sul nostro pianeta. Un valore minuscolo, invisibile nella vita di tutti i giorni, ma non irrilevante per i sistemi digitali che scandiscono le attività globali. I rilevamenti provengono dall’International Earth Rotation and Reference Systems Service e dall’Us Naval Observatory, confermati e raccolti dagli analisti di timeanddate.com, piattaforma specializzata nel monitoraggio delle variazioni temporali. Le rilevazioni non sono ancora definitive, ma altri due giorni anomali sono stati segnalati: 22 luglio e 5 agosto, con una riduzione rispettivamente di 1,34 e 1,25 millisecondi.
La questione può sembrare solo un dettaglio tecnico, eppure coinvolge discipline essenziali per la vita moderna. Il tempo atomico, basato sulle vibrazioni degli atomi di cesio, non coincide sempre con il tempo universale legato alla rotazione terrestre. Un disallineamento troppo ampio crea difficoltà nei sistemi che richiedono sincronizzazione continua, come reti di telecomunicazione, satelliti, navigazione GPS, software bancari e calcolo scientifico distribuito.
La durata del giorno e il ruolo dei secondi intercalari
Misurare la lunghezza di un giorno significa osservare quanto impiega la Terra a compiere un giro completo attorno al proprio asse. Il valore medio di 24 ore è infatti un’approssimazione utile nella vita pratica, non una costante perfetta. Il giorno più corto mai registrato resta quello del 5 luglio 2024, accorciato di 1,66 millisecondi. Scarti così piccoli non influiscono sul sonno o sulla giornata lavorativa, ma diventano cruciali in ambiti tecnologici dove anche un errore di microsecondi può compromettere la stabilità dei sistemi.

Per mantenere allineati gli orologi atomici con il tempo universale (UTC) si utilizza il meccanismo del secondo intercalare. Dal 1972 sono stati aggiunti 27 secondi al tempo ufficiale, perché per decenni la rotazione del pianeta ha mostrato una tendenza al rallentamento. L’aggiunta avviene in genere a fine giugno o dicembre, introdotta quando lo scarto rischia di diventare significativo. La situazione recente però è diversa: la Terra ha iniziato a ruotare più velocemente. Da quasi dieci anni, infatti, non viene inserito alcun secondo intercalare. E qui arriva la novità valutata dagli scienziati: un possibile secondo intercalare negativo, cioè da sottrarre anziché aggiungere. Una prima volta nella storia. Il geofisico Duncan Agnew, dell’Università della California a San Diego, stima una probabilità del 40% che una correzione di questo tipo possa verificarsi tra oggi e il 2035.
Non si tratta di uno scenario privo di rischi. Per i sistemi informatici una modifica improvvisa come la rimozione di un secondo può diventare fonte di bug e malfunzionamenti. La gestione del tempo, quando entra nel software, non ammette improvvisazioni.
Perché la Terra accelera la sua rotazione e quanto c’entra il clima
Le variazioni nella velocità della rotazione terrestre dipendono da diversi fattori. Le forze gravitazionali del Sole e della Luna contribuiscono da sempre a modificare la dinamica del pianeta. Ogni estate, per motivi fisici legati alla distribuzione delle masse terrestri e all’inclinazione dell’asse, la rotazione tende naturalmente a essere più rapida. Nel quadro attuale però subentra un elemento noto, ma solo recentemente misurato con precisione: il clima.
Uno studio guidato proprio da Agnew e pubblicato nel 2024 ha analizzato l’effetto dello scioglimento dei ghiacci in Antartide e Groenlandia. La massa dell’acqua che si sposta verso gli oceani modifica l’assetto complessivo del pianeta, una sorta di ridistribuzione del peso che influisce sulla velocità del movimento rotatorio. Una seconda ricerca, del Politecnico Federale di Zurigo, guidata da Benedikt Soja, ha evidenziato trasformazioni che riguardano anche l’asse terrestre. L’ipotesi più rilevante riguarda il futuro: in uno scenario considerato pessimistico dagli studiosi, entro la fine del secolo gli effetti del riscaldamento globale potrebbero superare quelli della Luna, che per miliardi di anni ha rappresentato il principale freno naturale della rotazione terrestre.
Gli scienziati continuano a seguire con attenzione l’evoluzione della situazione. Non si esclude che entro pochi anni si possa intervenire ufficialmente sull’orario, una misura che richiederà test, simulazioni e aggiornamenti diffusi su scala internazionale. Il tempo scorre sempre allo stesso ritmo per chi vive le giornate uno dopo l’altra. Per chi deve misurarlo con estrema precisione, le differenze iniziano a contare.
