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Tariffe acqua in base al reddito: costi in più che graveranno sulle bollette di tutti

Pagare le tariffe per il servizio idrico in base al reddito, questa è la proposta contenuta nel Ddl Ambiente, ma per i comitati per l’acqua pubblica non basta a rispettare il referendum

Nell’ultima seduta del Consiglio dei ministri dello scorso 15 novembre è stato approvato un disegno di legge collegato alla legge di Stabilità in pratica una vera e propria Agenda Verde che contiene disposizioni per promuovere la green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali. Una delle manovre più attese e forse più contestate riguarda il pagamento del servizio idrico in base al reddito. Infatti, sebbene il principio sia corretto resta discutibile per i Forum dei movimenti per l’acqua il sistema di finanziamento di questo provvedimento con una tassa che va a gravare sugli utenti attraverso le bollette.

Il ministro Orlando considera l’Agenda Verde un primo passo poiché si definiscono alcuni principi ordinativi che comunque faranno da base a successivi interventi. Le parole che ricorrono sono semplificazione e riduzione. Nel dettaglio però alcuni di questi provvedimenti non hanno trovato riscontro entusiasta come nel caso dei Forum dei Movimenti per l’Acqua che hanno visto in parte la messa in atto delle richieste fatte da 27 milioni di cittadini attraverso il referendum per l’acqua pubblica del 2011.

Infatti fanno sapere in un comunicato stampa i Forum dei Movimenti per l’Acqua che questo provvedimento non è sufficiente anzi, rischia di gravare ulteriormente sulle bollette dei cittadini. Infatti si legge:

Come Forum dei Movimenti per l’Acqua, promotore del referendum del 2011, contestiamo nettamente questa lettura, non perché la tariffa sociale non sia una questione di assoluta rilevanza soprattutto in un periodo di grave crisi economica e occupazionale, ma perché la copertura di questa tariffa sociale viene individuata in una nuova apposita componente tariffaria in capo ai cittadini e che quindi graverà ulteriormente sulle bollette.

Infatti il referendum si poneva l’obiettivo, tra l’altro raggiungendolo in pieno, di eliminare i profitti dall’acqua e quindi garantire una ridistribuzione degli oneri sulle tariffe dai gestori ai cittadini e non tra i cittadini stessi, come invece deriva dal provvedimento adottato quest’oggi dal Governo.

Inoltre ci teniamo a ricordare al Ministro Orlando e al Governo che la piena e reale attuazione dell’esito referendario è la definitiva eliminazione della quota di remunerazione dalla tariffa del servizio idrico, la quale a fine 2012 è stata fatta rientrare dalla finestra dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas sotto la voce del “costo della risorsa finanziaria”, oltre al raggiungimento di una vera gestione pubblica e partecipativa dell’acqua in Italia.

Per queste ragioni non possiamo trovarci d’accordo con il Ministro e con il Governo, al contrario continueremo la mobilitazione a tutti i livelli fino a quando non sarà pienamente rispettata la volontà popolare.

Insomma, un provvedimento che di fatto non porta alcuno dei benefici richiesti attraverso il referendum del 2011 ma che anzi rischia di aggravare ancora più la situazione della tariffazione apportando falsi benefici e non scongiurando il pericolo di privatizzazione dell’acqua.

Fondo di garanzia per il servizio idrico nazionale

Veniamo comunque nel dettaglio al provvedimento presentato e denominato Fondo di garanzia per il servizio idrico nazionale. L’obiettivo è di sostenere economicamente i programmi per mantenimento e sviluppo delle infrastrutture idriche. Il Fondo viene istituito a partire dal 2014 e sarà utilizzato per potenziare la rete nazionale, inoltre attraverso il Fondo si intende rilanciare lo sviluppo il che porterebbe a completare le reti fognarie e di depurazione evitando le sanzione Ue o per mettere in atto la strategia Blue P rint con i fondi che arriverebbero da una tassa opportunamente definita.

In effetti la Tariffa sociale del servizio idrico integrato nasce dopo la relazione del Gruppo di Lavoro in materia economico e sociale ed europea ossia dei “Saggi”. E quindi si prevede il principio di accesso universale all’acqua assicurata anche a quegli utenti a basso reddito. Ma:

La sostenibilità dell’intervento e la copertura dei relativi costi viene garantita dalla previsione di un’apposita componente tariffaria in capo alle utenze non agevolate del servizio idrico integrato.

Infine in merito alle morosità viene detto:

Il provvedimento mira a regolamentare le modalità di gestione del fenomeno della morosità per limitarne l’insorgenza, assicurarne l’efficace contrasto in modo che i costi non ricadano sugli utenti non morosi e per garantire un livello minimo di fornitura di acqua anche alle utenze non in regola con i pagamenti.

Agenda verde, le novità per l’Ambiente

Il pacchetto di norme varato la scorsa settimana e che ha preso il nome di Agenda Verde prevede una serie di interventi in vari settori sia per lo sviluppo economico in chiave green sia per la tutela dell’ambiente. Rientrano nel provvedimento anche la riduzione dei costi e alle semplificazioni amministrative. In questa visione è inclusa la Unificazione e semplificazione di Via, Vas e Aia. Il che però non è sembrata una buona idea a molte associazioni ambientaliste che hanno visto più che altro una semplificazione troppo ridotta all’osso. Spazio è stato dato al Green public procurement, ossia agli appalti verdi per la Pubblica amministrazione. In sostanza sono incentivati quegli operatori economici che hanno una registrazione Emas o sono provvisti di marchio Ecolabel. Ciò comporta che si avrà il 20% della riduzione della cauzione e peraltro tra i criteri per stabilire quae sia l’offerta economica più vantaggiosa sarà incluso il costo del ciclo di vita applicato a oggetto prodotto o servizio.

In merito alle forniture alimentari, consumo di energia da fonti non rinnovabili e produzione di rifiuti sempre nell’ambito delle forniture con criteri ambientali minimi per la Pubblica amministrazione, sono stati introdotti come riferimenti obbligatori per gli acquisti e dunque saranno premiati quegli operatori che rispetteranno, nella ristorazione collettiva, tutti i principi della sostenibilità ambientale e alimentare.

Spiegano al ministero per l’Ambiente:

Uno dei vantaggi di tali politiche di incentivazione è quello non solo di prevenire lo spreco di materiali ma anche quello di ridurre il consumo di materie prime con la conseguenza immediata di un uso razionale di risorse materiali scarse, un minor utilizzo di energia, e la progressiva diminuzione di emissioni di gas serra.

Foto | ? DD? su Flickr

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