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Clima

In diretta da Varsavia Cop19 le ONG abbandonano la conferenza sul clima

Ecoblog è in collegamento da Varsavia con la COP19 la Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici grazie a Italian Climate Network.

Alla Conferenza organizzata da Italian Climate Netwotk con Federico Antogniazza Italian Climate Network Partecipano Maria Grazia Midulla Responsabile Clima ed Energia WWF Italia e Albert Zoratti di Presidente di Fairwatch che spiegheranno i motivi dell’abbandono della conferenza, fatto avvenuto per la prima volta in tutta la storia dei negoziati che si chiuderanno entro sabato 23 novembre. Per partecipare via twitter usate l’hastag #climait.

E’ una conferenza poco seguita dai media italiani eppure è uno dei momenti più importanti per stabilire le regole del futuro per il contenimento delle emissioni. Si tratta di mettere su carta tutti gli impegni in corresponsabilità e secondo le effettive capacità. Ma tradurlo in realtà è molto complesso.

I cambiamenti climatici sono anche una foa che fa leva sugli interessi geopolitici. Prende la parola Federico Antognazza per Italian Climate Network e sono presenti Francesco Martone (Forest People) e Zoratti (Fairwatch).

Le OGN useranno questo fallimento epr arrivare più forti all’appuntamento con Ban Ki Moon.

Federico Brocchieri (ICN):

Le negoziazioni non sono iniziate bene qui a Varsavia e in contemporanea abbiamo avuto la conferenza dei produttori di carbone. Non c’erano grandi aspettative ma sarebbe dovuta essere la COP della finanza per recepire fondi e che avrebbe segnato passi avanti in termini di progressi per la COP20 di Parigi. la situazione oggi è che per quanto riguarda la finanza è che le negoziazioni sono praticamente bloccate; mentre le negoziazioni vanno a rilento e fino alle ore piccole e sostanzialmente i Paesi sono molto lontani tra di loro. A lavorare sono tutti i movimenti giovanili sul clima e oggi è stata scritta la proposta sul principio di equità intergenerazionale. Ossia per avere un accordo ambizioso, equo e concreto per chi verrà dopo di noi. E’ importante mettere al centro un principio con una proposta firmata da 14 paesi e hanno aderito Australia e Nuova Zelanda, ad esempio.

Alberto Zoratti di Fairwatch racconta cosa è accaduto con l’abbandono della COP19:

Per la prima volta in tutti questi anni la società civile ha deciso un azione di non cooperazione.C’è una bassissima ambizione da parte delle delegazioni governative di abbassare le emissioni di CO2. Oggi è stata presa una posizione forte uscendone e delegittimandola. Torneremo tra un anno facendo mobilitazione delle coscienze dei cittadini. C’è un forte focalizzazione sul rendere i cittadini coscienti. Non è possibile che di cambiamenti climatici se ne occupi olo il ministero dell’Ambiente. Il ruolo della società civile non è solo quello di sensibilizzare e diffondere ma anche quello di creare una reazione politica che sappia tener conto della complessità del sistema.Quale sarà il percorso della società civile dopo questa presa di posizione? E’ necessario che i cambiamenti climatici siano presi in carico anche da chi non si occupa direttamente d’ambiente e nella fase della presidenza italiana potremo intervenire in maniera più incisiva. Infine riuscire a mettere assieme, a cucire i prossimi appuntamenti coinvolgendo le comunità locali.

Si accenna alla situazione della Sardegna e al lutto nazionale. Luca Lombroso su mia domanda spiega un po’cosa è accaduto con il ciclone mediterraneo. Si quanto è accaduto in Sardegna è sostenuto dal riscaldamento globale e dunque i cambiamenti climatici causano eventi di tale violenza sebbene Carlo Stagnaro chieda lumi ancora al ministro Orlando in un suo tweet decisamente fuori luogo. Se qualcuno dice che il disastro era evitabile diciamo che non era evitabile. Non possiamo scaricare sui cittadini responsabilità che sono della politica.

Stiamo in grado di escludere che ci sia un influenza umana sugli eventi in Sardegna o nelle Filippine?

Noi ci troveremo in Europa già dal prossimo anno un grosso problema dovendo implementare il fiscal compact. Su queste questioni abbiamo una sola possibilità di portare a livello europeo di trasformare l’economia in un New green deal. Sono usciti finanziamenti solo da qualche settimana. In questa conferenza probabilmente si chiuderanno i pacchetti sulle foreste, il cosi detto negoziato REED.

Joshua Robert Wiese attivista di adopt negotiator sostanzialmente insiste sulla possibilità che nel semestre di presidenza dell’Italia in ambito di negoziati sui cambiamenti climatici s possa effettivamente poi fare qualche passo avanti.

Il progetto di Joshua consiste nel cercare 12 comunicatori che possano influenzare la politica. Ciò per rendere più facile la comunicazione tra le delegazioni e le persone comuni. Nel caso della prossima COP20 che si terrà a Lima sotto la presidenza europea italiana, Joshua pensa di coinvolgere un attivista italiano che possa informare i cittadini su cosa accade nei negoziati.

Tutti i paesi che non hanno spinto sulle rinnovabili hanno problemi economici. Canada, America che hanno le lobby del petrolio. L’Europa sta spingendo sulle rinnovabili: l’energia e le lobby dettano l’agenda economica.

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