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Eolico

Le pale eoliche da 50 MW saranno segmentate e sottovento

L’eolico offshore è l’energia rinnovabile che offre maggiori prospettive di sviluppo. Ma i costi sono ancora alti e i limiti tecnologici impediscono agli ingegneri di costruire torri sempre più alte e potenti. I Sandia National Laboratories stanno cercando la soluzione.

Sandia National Laboratories

L’ingegneria dell’eolico offshore ha già fatto passi da gigante e le ultime turbine eoliche raggiungono gli 8 MW di potenza. Si stima che, con le attuali tecnologie, si possa arrivare fino a 13-15 MW per ogni torre eolica ma oltre questo limite sarà difficile sviluppare ulteriormente gli impianti, soprattutto a causa della struttura delle pale.

I Sandia National Laboratories, multinazionale americana gestita da Honeywell International per conto della National Nuclear Security Administration del Department of Energy degli Stati Uniti, sta cercando di superare questi limiti. L’idea è quella dell’eolico con tecnologia SUMR: Segmented Ultralight Morphing Rotor. Cioè un rotore segmentato, ultraleggero, che cambia forma e che potrebbe arrivare addirittura a 50 MW di potenza.

Si parte dai limiti attuali, per superarli. Le pale delle turbine eoliche oggi in uso sono costruite in un unico pezzo (avete mai visto, mentre viaggiate in automobile, uno di quei trasporti speciali che portano le gigantesche pale verso il sito di installazione?), sono rigide e pesanti e vengono installate sopravento.

L’eolico SUMR prevede che le pale siano realizzate assemblando pezzi di dimensione e peso inferiore, che possano cambiare forma in base all’intensità del vento e che siano installate sottovento rispetto al rotore.

In questo modo la lunghezza delle pale potrebbe salire dagli attuali 80 metri dei modelli da 8 MW ai futuri 200 metri degli impianti da 50 MW. Qualora il vento dovesse essere troppo forte le pale si “chiuderebbero” mentre ancora girano, grazie all’installazione sottovento e al design a segmenti.

Se i progetti dei Sandia Laboratories dovessero diventare realtà, allora si aprirebbe un potenziale enorme mercato per l’eolico offshore che, oggi, soffre di costi di installazione troppo alti. Potendo installare 50 MW con una sola turbina, per di più assemblata in situ e non trasportata tutta intera con ulteriori ingenti spese, certamente i costi totali di impianto scenderebbero a livelli simili all’eolico onshore.

Credit foto: Sandia Labs

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