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Inquinamento

Giornata Mondiale dell’Ambiente: Greenpeace lancia il Plastic Radar

Il tema di quest’anno della Giornata Mondiale dell’Ambiente è l’inquinamento da plastica, soprattutto in mare. Ecco una iniziativa Greenpeace per combatterlo.

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Si svolge oggi la Giornata Mondiale per l’Ambiente promossa dall’ONU e il tema che la caratterizza quest’anno è la lotta all’inquinamento da plastica nei mari e sulla terra ferma. Le stime parlano chiaro: ogni anno finiscono in mare almeno 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici.

Per la stragrande maggioranza si tratta di imballaggi monouso, o uso e getta se preferite, derivanti dal consumo di acqua e bibite in bottiglia di plastica o fustini di detersivi liquidi.

Greenpeace non perde occasione per dichiarare che i principali responsabili di questo inquinamento sono Coca-Cola, Unilever, Nestlé e Procter&Gamble: “È necessario che i governi e le grandi multinazionali riconoscano che il riciclo non è la soluzione del problema – spiega Graham Forbes, responsabile della campagna plastica di Greenpeace – Bisogna fermare l’inquinamento da plastica prima che sia troppo tardi. In tutto il mondo, migliaia di persone si battono quotidianamente contro l’inquinamento da plastica, ma questa crisi ambientale necessita di interventi urgenti e azioni concrete per ridurre la produzione e il consumo di plastica monouso”.

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Secondo l’associazione ambientalista la soluzione non sta nella raccolta differenziata e nel riciclo, ma nella non produzione dei rifiuti: alcuni imballaggi in plastica sono del tutto evitabili e il consumo di acqua minerale e bibite zuccherate (che tra l’altro, queste ultime, fanno anche male alla salute) deve essere nettamente ridotto.

Nel frattempo Greenpeace Italia ha lanciato l’iniziativa Plastic Radar: se trovi un rifiuto plastico in spiaggia puoi fotografarlo, attivando la geolocalizzazione, e inviarlo all’associazione che raggrupperà le segnalazioni raccolte per stilare una mappa dell’inquinamento delle coste italiane.

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Il tutto funziona tramite WhatsApp, quindi l’operazione è alla portata di tutti. L’importante, spiega Greenpeace, è che si veda il simbolo che identifica il tipo di plastica, la marca del prodotto imballato in plastica, e che sia attivata la localizzazione GPS.

Greenpeace insiste sul fatto che si fotografi la marca: “Negli ultimi mesi, McDonald’s, Starbucks, Procter & Gamble, Nestlé, Coca-Cola, Pepsi e Unilever hanno pubblicato piani volontari relativi all’inquinamento da plastica, ma nessuna delle aziende ha adottato interventi drastici per ridurre la produzione di imballaggi monouso“.

Una mappa contenente l’indicazione di chi ha prodotto il rifiuto non fa altro che mettere nero su bianco chi sta inquinando le nostre coste e i nostri mari.

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