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Cronaca ambientale

Gela, perdita di petrolio da una raffineria Eni

Da questa notte si sta verificando uno sversamento di idrocarburi in mare dalla raffineria Eni di Gela (Cl)

Un gruppo di ambientalisti ha ripreso e denunciato lo sversamento di petrolio in mare dalla raffineria dell’Eni a Gela (Cl), che da questa notte inonda le acque marine di veleno nero: la macchia di petrolio, piuttosto consistente, continua ad espandersi. Sul posto sono presenti, da questa mattina, i Vigili del Fuoco, i Carabinieri ed una squadra della Capitaneria di Porto; tutta l’area è pervasa, secondo alcune testimonianze, da un nauseabondo e fortissimo odore.

La consistente macchia oleosa sarebbe fuoriuscita da una tubazione dell’impianto Topping della raffineria Eni, riversandosi nel canale di scarico dell’acqua marina usata per il raffreddamento di alcune apparecchiature della fabbrica, e raggiungendo infine la foce del fiume Gela.

Ancora poco chiara la natura di questa perdita; il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta ha così commentato la notizia sulla sua pagina Facebook:

L’ennesimo episodio di sversamento a mare di petrolio proveniente dalla raffineria di Gela, all’indomani di una giunta di governo che proprio a Gela ha stabilito di potenziare nelle aree industriali siciliane le strutture di prevenzione sanitaria e cura sulle malattie tipiche dell’industrializzazione, obbliga il governo della Regione ad elevare il livello di soglia dei controlli da effettuare in quei siti. Ritengo che in questi siti bisogna organizzare in loco task force specifiche composte da Arpa, Genio civile, Asp e uffici ambientali delle province, per esercitare un’azione continua e costante di controllo. Da tempo, per Gela, sono state concesse le autorizzazioni ambientali, regionali e nazionali, necessarie per rafforzare la sicurezza degli impianti. L’Eni ha sempre assicurato che tali investimenti sarebbero stati realizzati al più presto possibile, mentre non si riesce ad avere un crono programma preciso.
I gruppi industriali petroliferi dovrebbero cominciare a dirci con chiarezza cosa intendono fare rispetto a impianti che hanno bisogno di tanti investimenti e manutenzioni straordinarie, per renderli compatibili con il rispetto dell’ambiente e la sicurezza e la salute dei cittadini.
Convocherò immediatamente l’Eni, l’Asp, l’Arpa, l’assessorato alla Salute e al Territorio e Ambiente per giovedì prossimo, per approfondire le ragioni di questo ennesimo incidente ambientale, su quali investimenti immediati intende promuovere la raffineria per risolvere la situazione in maniera definitiva.

Il greggio infatti rischia di inquinare il mare e la spiaggia a est della città: la cittadinanza si è rivesata sul posto ad osservare gli interventi delle autorità. La Procura di Gela ha già aperto un fascicolo.

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