I numeri sono da record: 600 pale eoliche su di una superficie di 4500 kmq. Eppure in Molise sono in pochi ad apprezzare l’energia sostenibile proveniente dall’eolico. Tanto che nelle vacanze natalizie – ottimizzando il “traino” dei musei aperti a Natale e Capodanno – la Direzione Regionale dei beni culturali del Molise ha promosso, presso la propria sede una mostra articolata nella quale sono stati esposti i rischi di devastazione e stravolgimento paesaggistici connessi all’invasività dell’eolico. Una vera e propria battaglia che vede la Soprintendenza affiancata dalla Rete delle Associazioni e dei Comitati contro l’eolico selvaggio, il fotovoltaico e i rifiuti tossici.
Secondo i comitati le vere risorse “pulite” della regione vanno ricercate nella valorizzazione dei patrimoni artistici, archeologici, storici, architettonici e paesaggistici, più che nel business delle energie rinnovabili. Negli anni Ottanta il consiglio regionale sottopose a vincolo paesaggistico e panoramico il 60% del territorio, per poi vedere questi intenti disattesi dalla proliferazione di pale eoliche.
Nel Basso Molise, in un’area di appena 190 kmq sono state installate 190 torri dai 120 ai 170 metri di altezza. E ora, dopo le polemiche legate al progetto di un parco eolico nell’area archeologica di Sepino, il braccio di ferro fra Soprintendenza e Regione, riguarda l’area del fiume Fortore dove si vogliono realizzare ben 182 torri eoliche da 125-170 metri di altezza. Basteranno le mostre per salvare il paesaggio e sensibilizzare la popolazione o sarà come lottare contro i mulini a vento?
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