Le isole Fiji invase dalle alghe: tutta colpa dei cambiamenti climatici

 

Una massa abnorme di alghe sta invadendo le isole Fiji a causa dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento che nelle ultime due settimane ha creato non pochi problemi in Australia e Tasmania. Le nazioni insulari stanno cercando di rimediare a questa situazione raccogliendo informazioni grazie al Pacific Solution Exchange (PSE), una piattaforma che prevede lo scambio di informazioni sui cambiamenti climatici in Oceania.

Sospettiamo che la fioritura improvvisa di alghe nel corso degli ultimi anni sia causata dalle modifiche verificatesi nell’ambiente, come l’aumento delle temperature dell’acqua del mare a causa dei cambiamenti climatici, la scarsa circolazione dell’acqua nelle lagune, l’aumento artificiale di certi elementi nutritivi e anche dell’inquinamento

ha dichiarato sul forum Antoine De Ramon N’Yeurt, ricercatore presso il Pacific Center for Environmental and Sustainable Development (PACE-SD) dell’Università di Suva, nelle Fiji.

N’Yeurt ha dedicato gli ultimi vent’anni allo studio della tassonomia e della botanica marina del Pacifico tropicale e spera che le soluzioni a questo problema possano emergere dal confronto fra i ricercatori che partecipano al Pacific Solution Exchange. Una delle soluzioni per trasformare il problema in un’opportunità potrebbe essere la raccolta e l’utilizzo sistematico delle alghe come compost, fertilizzante ed energia di biomassa.

Il biodiesel ottenuto dalle alghe, infatti, è un’energia rinnovabile che offre grandi vantaggi competitivi, primo fra tutti quello di ripulire le coste. Secondo alcune stime le alghe coltivate per biomasse sarebbero in gradi di produrre energia trenta volte superiore a quella ricavata da mais e soia, producendo un biopetrolio e un biocarburante compatibili con gli attuali motori. Ma per far questo ci vogliono ampi spazi, elemento che manca, naturalmente, nelle piccole isole Fiji.

Via I Ansa

Foto © Getty Images

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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