Rischio ambiente e salute: le lezioni dal passato

L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA, European Environment Agency) ha pubblicato qualche giorno fa un importante rapporto sui rischi sanitari e ambientali delle innovazioni tecnologiche: Late lessons from early warnings.

Secondo gli autori, negli ultimi sessant’anni  si sarebbero potute salvare  migliaia di vite e si sarebbero potuti evitare gravi danni all’ambiente se si fosse applicato correttamente il principio di precauzione, sulla base dei primi allarmi sollevati dagli scienziati.

Al contrario, gli interventi regolatori sono mancati o sono arrivati molto in ritardo soprattutto a causa dell’azione di lobbying della grande industria che ha fatto pressioni sui governi per non approvare regolamentazioni, ha manipolato la ricerca e influenzato l’opinione pubblica.

I casi presi in esame dalla EEA sono ben quindici. I più significativi sono i seguenti:

Piombo nella benzina. Gli effetti neurotossici del piombo erano noti fin dal tempo dei romani, ma per ben 75 anni, dal 1925 al 2000,  anni il piombo venne aggiunto alla benzina come antidetonante. Le prime ricerche indipendenti dalle aziende petrolifere sui posibili effetti sulla salute furono effettuate negli anni ’60 e ’70, scoprendo che i livelli di piombo all’interno degli organismi non erano “normali”, come sosteneva l’industria, ma centinaia di volte più elevati di quanto si registrasse prima della rivoluzione idustriale.

A metà degli anni ’70 gli scarichi delle auto rilascaivano qualcosa come 200000 tonnellate di Piombo sulle strade europee. Si è dovuto attendere la fine del millennio perchè venisse messo definitivamente fuori legge, ma la concentrazione in alcuni suoli rimane ancora alta.

La malattia di Minamata: una battaglia per la giustizia. Tra gli anni ’50 e gli anni ’60, 2273 giapponesi furono gravemente intossicati dal mercurio rilasciato in mare dall’azienda chimica Chisso e assorbito tramite il pesce, dove si era accumulato tramite la catena alimentare. I sintomi sono debolezza muscolare, danni alla vista e all’udito, paralisi; si può trasmettere al feto e nei casi più gravi porta alla morte in poche settimane.

Anche se il problema fu identificato già nel 1956, il governo diede la priorità allo sviluppo economico rispetto alla salute e non fece nulla fino al 1968. A tutt’oggi, la questione dei risarcimenti rimane in parte ancora aperta.

Cloruro di vinile: i danni tenuti segreti. E’ utilizzato per produrre il PVC, un pomero plastico abitualmente usato fino a pochi anni fa. I primi allarmi sui rischi per la salute dei lavoratori (danni alla pelle, alle ossa, ai reni e ai polmoni) arrivarono già negli anni ’50, ma furono tenuti nascosti dall’industria. Solo con la pubblicazione di casi clinici di cancro al fegato, iniziò la risposta pubblica che ha portato a introdurre misure di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il vermicida DBCP e l’infertilità maschile. Nonostante si sapesse fin dagli anni ’60 i suoi effetti negativi sulla fertilità maschile, questo vermicida è stato messo fuori legge negli USA solo nel 1979 ed è stato usato ancora successivamente nelle piantagioni di banane e di ananas,  in America Latina, provocando la sterilità in decine di migliaia di lavoratori. La multinazionale delle banane Dole fu costretta a pagare 600 milioni di dollari di risarcimento da un trbunale del Nicaragua.

DDT: cinquant’anni dopo “Primavera silenziosa“. Nel 1962 usciva  il libro accusa della biologa americana Rachel Carson contro l’avvelenamento della natura da parte dei pesticidi, in particolare il DDT. Il DDT è stato messo fuori legge negli USA e in Europa negli anni ’70, ma è ancora utilizzato come antimalarico in India e in altri paesi poveri.

Foto (Getty Images): bonifica ambientale in BIelorussia di centinaia di barili con residui di DDT trovati nel 2012 in una discarica 200 km a sud ovest di Minsk.


Rischi per l’ambiente e la salute

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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