Categories: Agricoltura

Consumo di suolo fertile in Italia: 7,2 m² al secondo per oltre 50 anni

Finalmente anche in Italia si inizia a parlare di consumo di suolo fertile. L’ISPRA (Istituto Superiore di Ricerca e Protezione Ambientale) ha rilasciato ieri un comunicato stampa in cui riassume la grave situazione italiana.

In poco più di 50 anni il suolo artificiale nel nostro paese (grafico a sinsitra) è passato da 8400 a quasi 21000 km² quadrati, un’area grande quasi come la regione Emilia Romagna, con un ritmo abbastanza costante di 228 km²/anno.

Se questo numero non ci dice molto, diciamo che è equivalente a 62 ettati al giorno, 434 m² al minuto o 7,2 m² al secondo. Si tratta di terreno fertile che viene irreversibilmente distrutto, dal momento che sono occorsi secoli per la sua formazione.

Il suolo asfaltato e cementificato occupa il 7% del territorio nazionale; il dato è più grave di quanto può apparire a prima vista, dal momento che il consumo di suolo è massimo in pianura (23% del territorio) e minimo in montagna (35% del territorio).

La regione più devastata è la Lombardia (12%) seguita a ruota da Puglia, Veneto e Campania (tra il 10 e l’11%).

L’occupazione di suolo fertile non è motivata dalla crescita demografica, come si vede dal grafico a destra: il suolo artificiale è cresciuto da 170 a 340 m² pro capite, raddoppiando nell’arco di due generazioni. Non si tratta quindi di abitazioni, ma soprattutto di capannoni, parcheggi, centri commerciali, svincoli, aeroporti, cave e discariche.

Questa distruzione di terreno fertile ha comportato una perdita di produzione agricola pro capite equivalente a circa 60 kg di grano all’anno.

E’ opportuno ricordare che l’Unione Europea per la prima volta si è posta l’obiettivo (ancora piuttosto blando) di azzerare il consumo di suolo entro il 2050.

Se volete saperne di più sul problema e su vosa è possibile fare, vi invito caldamente a visitare il Forum nazionale Salviamo il paesaggio.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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