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Rifiuti di Roma: il Tar sospende il decreto “salva-emergenza” di Clini

Il Tar del Lazio (Tribunale amministrativo regionale) ha sospeso il decreto del ministro dell’ambiente Corrado Clini sulla risoluzione del problema rifiuti di Roma Capitale.

Il decreto disponeva l’invio dei rifiuti prodotti da Roma che non è possibile trattare perchè in eccedenza, circa 1200 tonnellate al giorno secondo il commissario straordinario Goffredo Sottile, in altre località del Lazio, così da evitare alla Capitale il “rischio Napoli” di qualche anno fa.

Gli impianti Tmb sono ubicati a Albano laziale (Roma), Viterbo, Colfelice e Castelforte (Latina), città nelle quali la protesta è immediatamente salita, a partire dai sindaci: tutti contrari a ricevere i rifiuti di Roma.

Il motivo addotto da chi protesta è che tali impianti vengono già utilizzati alla massima capacità, mentre secondo i Carabinieri del Noe, che nei giorni scorsi hanno ispezionato tutti gli impianti, ciò non corrisponde al vero, come vi abbiamo raccontato pochi giorni fa.

Il ministro dell’Ambiente Clini, in un comunicato, ha detto che ricorrerà immediatamente al Consiglio di Stato contro la decisione, che blocca il conferimento dei rifiuti in questi quattro impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb):

E’ una decisione incomprensibile. I NOE hanno attestato che gli impianti della Provincia di Roma sono insufficienti. […] faccio presente che gli accertamenti svolti dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, che sono organo di polizia giudiziaria, possono essere contestati solo attraverso una querela di falso

si legge nel comunicato.

Secondo il Tar invece i singoli provvedimenti e il decreto Clini

risultano essere stati adottati sul presupposto di una ritenuta grave criticità circa l’intero ciclo di gestione dei rifiuti nella Capitale, ma non sembrano contemplare quella vera e propria situazione di emergenza ambientale che è stata invece invocata in giudizio dalla difesa dell’Amministrazione al fine di giustificare la loro adozione

Malagrotta, è noto da tempo, resterà aperta ancora per un po’: il Tar ha infatti comunicato che il decreto è solo sospeso e che discuterà il 6 giugno, nel merito, il ricorso dei gestori di uno degli impianti interessati, quello di Colfelice (in provincia di Frosinone), che contestavano i poteri del supercommissario Goffredo Sottile, nominato all’inizio di gennaio dal ministro.

Tuttavia sulla discarica più grande d’Europa pende una procedura d’infrazione che Bruxelles ora potrebbe sbloccare, vista la decisione del Tar:

La Commissione Europea ha aperto nel 2011 (2011/4021) una “pesante” procedura di infrazione contro l’Italia a causa del conferimento nella discarica di Malagrotta di rifiuti urbani indifferenziati

spiega il ministro Clini, aggiungendo inoltre che

Il rischio dell’emergenza rifiuti a Roma è stato notificato a partire dal DPCM del 22 luglio 2011, ed è singolare che il TAR non se ne sia accorto.

Malagrotta andava chiusa almeno un decennio fa, le “propagandate” sulla differenziata al 30% invece lasciano il tempo che trovano: nel frattempo Roma e il Lazio rischiano una multa salata dall’Europa e di vedere la capitale affogare nei propri rifiuti.

Via | RaiNews24

A.S.

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