Non ne escono bene i gestori dell’energia e del gas dalla Relazione al parlamento sulla Robin Tax messa a punto dall’Autorità per l’Energia. Segnalati 199 casi su 476 controlli per un totale di 1,6 miliardi di euro di incremento di provenienza diretta dalle bollette, ovvero pagati tutti dai consumatori. Ma lo Stato non ci ha perso avendo incassato nel 2011 con la Robin Tax 1,457 miliardi di euro: da Snam 104 milioni di euro, da Terna 81 milioni di euro e da Enel solo con la Distribuzione 312 milioni di euro. E evidentemente non ci hanno perso neanche i gestori considerato l’1,6 miliardi recuperati. L’Autorità sa, segnala ma non può farci nulla.
La la legge voluta da Tremonti nel 2008, ossia l’addizionale Ires per le imprese energetiche prevede che non si possa traslare la tassa sui consumi attraverso le bollette e proprio l’Autorità deve controllare. E segnalare. Ma il suo ruolo si ferma qui.
Sostanzialmente come si legge nel documento:
Nell’ambito della vigilanza, la variazione positiva del margine attribuibile all’effetto prezzo costituisce un indicatore utile ad individuare quei soggetti che con maggior probabilità hanno posto in essere condotte traslative; quindi, è ragionevole supporre che, a seguito dell’introduzione dell’addizionale IRES, gli operatori recuperino la redditività sottratta dal maggior onere fiscale, aumentando il differenziale tra i prezzi di acquisto e i pezzi di
vendita
Nel 2010 l’Autorità ha segnalato 199 operatori sui 476 controllati; 105 sono del settore energia e gas mentre 94 del settore petrolifero. Scrive perciò l’Autorità:
quindi, è ragionevole supporre che, a seguito dell’introduzione dell’addizionale IRES, gli operatori recuperino la redditività sottratta dal maggior onere fiscale, aumentando il differenziale tra i prezzi di acquisto e i pezzi di vendita.
e prosegue ammettendo lo svantaggio riversato sui clienti:
Pertanto, è possibile affermare che anche per il 2010 una parte significativa dei soggetti vigilati appartenenti al settore energia elettrica e gas, a seguito dell’introduzione del divieto di traslazione, ha adottato politiche di prezzo che hanno incrementato il margine di contribuzione dovuto all’effetto prezzo, determinando uno svantaggio per i consumatori finali.
Via | Unione Sarda,, Il Giornale, Affari Italiani
Foto | Getty Images
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