Nucleare, il Giappone riattiverà 6 reattori entro il 2013

Secondo il gruppo francese Areva, una multinazionale che opera nel campo dell’energia atomica, il governo del Giappone si appresta, entro la fine del 2013, a riattivare ben 6 reattori nucleari, spenti dopo lo sconcertante incidente di Fukushima Daiichi.

Areva (al 90% di proprietà dello stato francese) si occupa di sviluppare e costruire reattori nucleari a fissione, della generazione, della trasmissione e della distribuzione dell’energia elettrica e copre l’intero ciclo dei combustibili nucleari, dall’estrazione alle forniture fino allo stoccaggio delle scorie nucleari.

Proprio in riferimento a questa terza attività del gruppo, che sui combustibili opera come Areva NC, il gruppo francese ha annunciato di aver pronta una fornitura da inviare in Giappone a breve: combustibile ad ossidi misti di uranio e plutonio MOX.

Secondo Greenpeace i carburanti partiranno dal porto di Cherbourg, nel nord della Francia, entro la fine di aprile (tempistica non confermata nè smentita dai funzionari di Areva); la spedizione in realtà sarebbe dovuta partire tempo fa ma le polemiche post-Fukushima ne hanno ritardato la consegna.

Crediamo che ci potrebbe essere una mezza dozzina di reattori che si riavvierà entro la fine del 2013 in Giappone. Personalmente penso che in pochi anni i due terzi dei reattori riprenderà l’attività

ha dichiarato il CEO di Areva Luc Oursel, il quale ha fatto notare che ci vorranno comunque anni per ottenere il via libera per la riattivazione di tutti i reattori nipponici; alcuni di loro, in particolare quelli aventi tecnologia General Electric (come quelli di Fukushima Daiichi), potrebbero persino non essere riattivati mai.

L’ultimo reattore giapponese è stato fermato meno di un anno fa, il 5 maggio 2012: per la prima volta dal 1970 il Paese era senza energia atomica; le elezioni nipponiche hanno rimesso in discussione la presa di posizione anti-nucleare del precedente governo, complice anche la presa di coscienza che senza nucleare attualmente il Giappone non ha le forze per autosostenersi a livello energetico. Il nuovo primo ministro Shinzo Abe non ha mai nascosto, nemmeno in campagna elettorale, il suo favore alla riattivazione delle centrali nucleari dell’arcipelago.

Allo stato attuale sono solo due i reattori produttori di energia elettrica, quelli della centrale Kansai Electric Power Co vicino Takahama, ma sarebbero 50 gli impianti pronti a ripartire anche se, in base alle dichiarazioni di Abe e di numerosi tecnici, andranno tutti ricontrollati, impostando nuovi avanguardistici sistemi di sicurezza correlati alle nuove norme statali che saranno approvate presumibilmente nel mese di luglio dal governo di Tokyo.

Il fornitore di tali apparecchiature di sicurezza, presente in 40 paesi nel mondo e prima multinazionale mondiale del settore, sarà (tanto per chiudere il cerchio) la francese Areva, che prevede di fatturare 230 milioni di dollari solo dalle apparecchiature di sicurezza e nel solo nell’anno 2013.

Tornando alla spedizione di combustibile francese MOX, Greenpeace sostiene che quella fornitura sarebbe stata destinata alla centrale Kansai Electric Power Co, alla centrale Chubu Electric Power Co di Hamaoka e alla Tokyo Electric Power Co di Fukushima:

Abbiamo il sospetto che una parte della spedizione è destinata agli stessi destinatari

sostiene Yannick Rousselet, un funzionario di Greenpeace; tuttavia i responsabili dei tre impianti hanno fatto sapere di non essere i destinatari della fornitura di MOX dalla Francia. La stessa Areva informa, in un comunicato stampa, che la fornitura alla TEPCO (Tokyo Electric Power Company) non riguarda il combustibile, ma alcune botti di stoccaggio a secco dei combustibili esausti. Toccherà ora al governo giapponese spiegare ai tanti attivisti anti-nucleare il motivo di questa scelta.

Via | RT

A.S.

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