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Primo maggio per una nuova ecologia del lavoro

 Da oltre un secolo il primo maggio è la festa dei lavoratori e del lavoro. Credo sia utile iniziare a parlare di ecologia del lavoro, intendendo non solo la green economy, ma una riflessione più ampia che inserisca il lavoro all’interno delle reti ecologiche.

Alcuni brevi spunti:

(1) Il lavoro deve e può garantire una vita dignitosa a tutti: non è solo un principio etico e politico, è anche un fatto dimostrato dalla nostra storia. Come ci ricorda il biologo e antropologo  Jared Diamond, per la maggior parte della nostra storia siamo stati  cacciatori-raccoglitori ed abbiamo potuto godere di una vita dignitosa lavorando meno di 20 ore alla settimana per cercare il nutrimento.

Ora, è chiaro che il concetto di “vita dignitosa” è per noi decisamente più articolato e complesso, ma sono anche enormemente più grandi le risorse che potremmo mettere in campo per fare in modo che tutti vivano dignitosamente.

(2) Con la rivoluzione industriale e la diffusione delle macchine , è come se l’umanità avesse messo in circolazione una razza di Titani che si nutrono di energia fossile e inquinano l’ambiente e che hanno una potenza da migliaia a milioni di volte quella di un essere umano.

Ci hanno reso la vita più semplice ed hanno ridotto la fatica in molti campi, ma spesso hanno snaturato il lavoro, hanno generato disoccupazione e hanno reso l’uomo una loro semplice minuscola appendice. La grande potenza disponibile genera sovraproduzione e concorrenza con il lavoro artigiano, che è sparito quasi dappertutto.

Ora che l’energia fossile è meno disponibile (picco del petrolio) e meno desiderabile (cambiamenti climatici da CO2), questi Titani stanno anche diventando nostri concorrenti alimentari perchè iniziano a nutrirsi di biofuel coltivato nei campi. Vinceranno i Titani o gli homo sapiens più poveri e marginali?

(3) L’appetito smisurato dei Titani li rende meno resilienti, cioè più fragili rispetto ad una crisi energetica-climatica, un po’ come i grandi dinosauri del passato. Le piccole attività artigiane possono invece assicurare maggiore occupazione con un minore uso di energia.

Si tratta da un lato di riscoprire attività tradizionali (come quella del sarto e del calzolaio) per produrre prodotti non di lusso, ma di uso quotidiano. Potremmo avere meno oggetti di quelli che usiamo oggi, ma di migliore qualità e durata, ad un prezzo equo per produttore  e consumatore. Ma quando si parla di artigianato, non dobbiamo pensare solo all’ago e al filo, o ai chiodi e al martello e alla nostalgia del pasato.

Anche la tecnologia, quando è a dimensione umana, ci può essere alleata. Con le stampanti 3D è possibile virtualmente produrre qualsiasi cosa su piccola scala, in modo creativo e personalizzato e on demand, senza sovraproduzione e senza sprechi.

Per concludere,  se partiamo dal presupposto che il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro, abbiamo tutti gli strumenti per fare lavorare  dignitosamente tutti con un basso impatto ambientale.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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