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Il 92% degli italiani preoccupati dai cambiamenti climatici

Il sondaggio Axa-Ipsos Percezioni individuali sui rischi climatici che ha intervistato 13 mila persone in 3 continenti (Francia, Germania, Italia, Belgio, Svizzera, Spagna, Regno Unito,Stati Uniti, Messico, Giappone, Hong Kong, Indonesia e Turchia) in merito ai cambiamenti climatici ha fotografato lo stato di preoccupazione degli Europei e degli italiani in merito: il 92% dei mille italiani intervistati ha espresso apprensione e molta apprensione (il 51%) sui cambiamenti climatici. Nel resto d’Europa le percentuali sono più basse: Francia (77%), Gran Bretagna (69%) o Germania (96%).

Per il 94% degli italiani è però anche possibile trovare una soluzione e il 64% crede sia necessario sviluppare le energie rinnovabili, mentre il 43% pensa anche che si debba bloccare la deforestazione.

In questo caso ovviamente, il sondaggio è stato disposto per dimostrare che in Italia il 52% delle persone ritiene necessaria un’assicurazione che li protegga da eventuali danni derivati dai cambiamenti climatici, ma non è ciò che ci interessa in questo momento.

Il sondaggio è interessante poiché ci dice che i cambiamenti climatici sono una realtà di cui però il main stream se ne occupa poco concentrandosi più sulle catastrofi climatiche che non sulle soluzioni. Infatti, per gli intervistati, la discussione è chiusa: le attività umane sono sicuramente la causa principale dei cambiamenti climatici per l’82%, mentre solo il 18% pensa che i cambiamenti climatici siano la conseguenza di fattori naturali. I paesi più scettici sono gli Stati Uniti (42% ritiene che i cambiamenti climatici siano soprattutto causa di fattori naturali), seguito da Regno Unito (34%). I paesi in cui gli intervistati sono al contrario per lo più convinti che i comportamenti umani siano la causa principale dei cambiamenti clilatici sono Hong Kong (94%),Indonesia (93%) e Messico (92%), tre paesi che sono particolarmente vulnerabili agli eventi meteorologici estremi. La Germania è il paese europeo con il più alto tasso degli intervistati che ritengono che le attività umane siano la causa principale (87%).

Per l’89% dei partecipanti al sondaggio la prima possibile conseguenza dei cambiamenti climatici è il costante aumento delle temperature medie; per il 50% è assolutamente così. Questa convinzione è più forte nei paesi in cui le
temperature alte sono già un problema: il 78% degli indonesiani pensa che che la temperatura media aumenta “assolutamente” per effetto del cambiamento climatico; lo pensa anche il 69% dei messicani, il 63% degli abitanti di Hong Kong e il 59% dei Turchi, il61% degli spagnoli e il 58% degli italiani. Gli europei del nord sono meno categorici, crede “assolutamente” il 33% dei britannici, il 34% dei belgi e il 36% dei francesi.

Le persone vedono anche una forte relazione tra i cambiamenti climatici e la crescente frequenza di eventi meteorologici estremi: l’89% cita inondazioni, l’ 88% la siccità e l’ 83% i cicloni. Allo stesso modo, si associano i cambiamenti climatici con i cambiamenti nella flora e la fauna, soprattutto per la vegetazione (85%) e l’estinzione di alcune specie animali (81%). Gli scarsi raccolti sono un’altra conseguenza per l’81% degli intervistati, ma solo il 57% degli indonesiano e il 51% di messicani sono “assolutamente” convinti della connessione.

Oltre all’impatto sull’ecosistema, un grande maggioranza degli intervistati si aspetta che i cambiamenti climatici abbiano gravi conseguenze sanitarie e sociali: il 77% ha paura che ci saranno conflitti per l’accesso al cibo o acqua,il 64% è preoccupato per la diffusione di malattie e il 60% si aspetta un aumento delle migrazioni.

Interrogati sulla situazione nelle proprie regioni, il 73% degli intervistati afferma di avere osservato personalmente gli effetti dei cambiamenti climatici. Le conseguenze più comunemente osservate di questi cambiamenti negli ultimi 20 anni sono: cambiamenti nel regime delle precipitazioni e delle inondazioni (osservata dal 83% degli intervistati), un costante aumento delle temperature medie (80%) e siccità (78%); ma anche le conseguenze sociali, come ad esempio i conflitti per l’accesso al cibo o acqua (osservata del 61% degli intervistati), la diffusione delle malattie (57%) o la migrazione umana (54%), sono state riferite come esperienza diretta.

Via | Intermedia Channel

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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