Timelapse: un’altra magia di Google per riflettere sullo sviluppo sostenibile

Fra le tante “invenzioni” di Google ce n’è una che più di ogni altra sembra essere fatta apposta per riflettere sullo sviluppo e sui cambiamenti macroscopici cui l’uomo sottopone con la propria opera la Terra.

Timelapse è una sorta di Google Earth spalmato su un asse diacronico di trent’anni. Dal 1984 al 2013 viene mostrata l’evoluzione dei territori, un’immagine che comprime sei lustri in pochi secondi e che pone qualsiasi utente in una posizione semi-divina. Le città “pulsano” con una progressione inarrestabile e una crescita irreversibile.

Timelapse propone alcune immagini campione che con un’ottima definizione mostrano lo sviluppo delle città e, purtroppo, anche la contrazione di bacini idrici e foreste.

Prendiamo come esempio l’esplosione di Las Vegas di cui assistiamo a una vera e propria esplosione che riduce, a occidente, il bacino della Las Vegas Bay. L’esempio più drammatico è quello del Lago d’Aral: circa il 90% del bacino scompare a causa dell’evaporazione non sostituita dagli emissari eccessivamente sfruttati dai consorzi agricoli.

Un’altra immagine di grande impatto è quella della deforestazione dell’Amazzonia: in questo Timelapse vediamo scomparire centinaia di chilometri quadrati di foresta amazzonica a un ritmo vertiginoso.

L’idea di far scorrere trent’anni in tre secondi è emblematica della limitatezza di una generazione in un’ottica geo e non antropocentrica. In milioni di anni di natura sovrana (con i tempi di timelapse un nostro giorno vale 864mila anni…) la faccia della Terra non è mai cambiata così velocemente come accade ora.

Con l’uomo che costruisce penisole ed isole artificiali come accade a Dubai oppure con i ghiacci che regrediscono costringendo i geografi a ridisegnare le mappe come in Alaska, nella zona del ghiacciaio Columbia.

Via | Timelapse

 

 

 

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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