Bike Pride: ventimila ciclisti invadono le strade di Torino

C’è voluta l’ultima domenica di maggio per una giornata di vera primavera. E così i torinesi hanno tirato fuori da cantine e garage le loro biciclette, gonfiato le gomme e si sono diretti verso il Parco del Valentino. Da lì è partito il Bike Pride 2013, l’happening delle due ruote più atteso della stagione che dopo avere attraversato il centro cittadino, invadendo piazza Castello e monopolizzando per un paio d’ore il traffico cittadino, ha raggiunto il Parco Dora di recente costruzione dove troneggia un pezzo di archeologia industriale, l’ex stabilimento Vitali, di cui restano come in una cattedrale post-industriale gli altissimi pilastri e il tetto.

Lì, dopo 7,8 chilometri di percorso, gli organizzatori hanno allestito un villaggio di arrivo con prodotti rigorosamente a chilometro zero, musica live (che proseguirà fino alla notte), stand vari.

Non è mancato un intervento dei politici che sanno bene come i ciclisti rappresentino una parte molto consistente dell’elettorato e perlopiù critica, per niente appiattita sullo status quo. In prima fila c’erano il sindaco Piero Fassino e l’assessore comunale all’ambiente Enzo Lavolta. La manifestazione è inserita all’interno degli Smart City Days. Perché tutte le biciclette arrivassero a destinazione c’è voluta più di mezz’ora: ventimila i ciclisti “censiti” dalle forze dell’ordine.

Grande soddisfazione per Fabio Zanchetta, ideatore e presidente di Bike Pride:

Quella di oggi è una giornata di festa ma anche di rivendicazione da parte dei cittadini, che chiedono un ambiente urbano più vivibile. Da gennaio Torino si è dotata di un biciplan, un piano per la ciclabilità. Per far sì che non resti lettera morta chiediamo di destinarvi il 10% dei proventi delle multe. Del resto è il codice della strada che vincola le risorse a investimenti sulla sicurezza stradale.

 Bike Pride 2013 Torino

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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