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Shale gas a buon mercato: una bolla che scoppierà fra due anni

L’Europa allo shale gas ha dedicato parte del Summit che si è svolto lo scorso 22 maggio a Bruxelles (la foto in alto) per fare il punto sulla situazione del gas di scisto la cui estrazione è in discussione anche in Ue.

Secondo David Hughes, geologo ed ex capo della squadra sul gas non convenzionale per il Comitato Gas Potenziale canadese, il boom degli Stati Uniti su cui molti basano le loro aspettative si fonda su sabbie mobili. Così come ha avuto modo di dichiarare a Euractiv, spiegando:

La bolla dei prezzi a buon mercato [negli Stati Uniti] scoppierà entro due a quattro anni. Ad un prezzo abbastanza alto, la bolla di fornitura scoppierà forse 10 a 15 anni più tardi, quando le aree di perforazione diventeranno più rare. La fornitura può essere mantenuta per molti anni ma solo a prezzi molto più alti con un impatto ambientale sempre crescente a causa del numero crescente dei pozzi che dovrà essere forato.

L’importanza del gas di scisto a buon mercato per sostenere i prezzi dell’energia è diventata una costante nel discorso dell’UE. Nella sua presentazione al vertice europeo del 22 maggio, una delle prime diapositive mostrate dal Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha presentato la dinamica degli indici dei prezzi dell’energia 2005-2012. I prezzi del gas per l’industria sono saliti del 35% nell’UE mentre sono crollati del 66% negli Stati Uniti. Allo stesso modo, mentre l’indice dei prezzi dell’elettricità per l’industria dell’UE è aumentato del 38% negli ultimi sette anni, è caduto per i loro concorrenti statunitensi del 4%.

Laura Parmigiani ricercatrice presso il centro energetico dell’Istituto Francese per le Relazioni Internazionali (IFRI), ha detto che mentre i prezzi dello shale gas e probabilmente aumenteranno nei prossimi due-tre anni. La Parmigiani valuta che Polonia, Danimarca e Regno Unito potrebbero entrare nel mercato dello shale gas tra il 2018 e il 2020:

Impossibile dire da quanto – o a che punto scoppierà la bolla dei prezzi scisto.E’ la domanda chiave, ma anche negli Stati Uniti l’industria non potrà mai rispondere. Più in generale, però non credo che [dello US shale gas] gli investimenti e la produzione siano in calo.L’equilibrio tra domanda e offerta in questo periodo è sempre stabile, in quanto entrambi sono in aumento.

Le conclusioni del Consiglio europeo dicono che la Commissione prevede di valutare:

un ricorso più sistematico alle fonti di energia al fine di un loro sfruttamento sicuro, sostenibile ed economicamente conveniente.

Tuttavia, pochi analisti si aspettano uno scenario di sviluppo dello shale gas sul modello americano da replicare nel Continente a causa di fattori che vanno dalla geologia ai maggiori costi di produzione, alla pianificazione urbana e a leggi ambientali più severe.

Spiega Mónica Cristina consigliere di Shale Gas Europa, una coalizione di settore che l’effetto di shale gas sui prezzi dell’ energia in Europa:

Non sarà una panacea e non sarà una rivoluzione come lo è stata negli Stati Uniti a causa delle dimensioni della risorsa diversa da qui, il contesto normativo è diverso e la densità di popolazione in Europa è diverso. Ma potrebbe offrire un impatto positivo nel contribuire a far crescere alcuni Paesi che vivono di gas dipendenza.

Un rapporto dell’ Institute of Directors del Regno Unito ha pubblicato ha valutato che la scoperta di shale gas potrebbe creare 70.000 posti di lavoro e 4 miliardi di sterline di fatturato per l’industria. Altre analisi sono meno ottimiste. Bloomberg New Energy Finance stima che nel Regno Unito i costi di estrazione di gas shale sarebbero “significativamente superiori che negli Stati Uniti” ovvero tra i 7,10 dollari e i 12,20 dollari per MMBtu (milione di unità termiche britanniche), sostanzialmente simile ai prezzi del gas dell’Unione europea di oggi.

Via | Euractiv

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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