Giornata mondiale dell’ambiente contro lo spreco alimentare

Oggi, 5 giugno, è la giornata mondiale dell’ambiente. Quest’anno le Nazioni Unite hanno scelto il tema dello spreco alimentare.

L’UNEP giustamente rileva che il vero valore del cibo non si misura tanto in denaro, ma nelle risorse naturali investite per produrlo: ogni volta che il cibo è sprecato, viene anche sprecata acqua, energia, lavoro e tutte le emissioni di CO2 correlate non hanno nemmeno approtato un beneficio alimentare.

Quello che a mio parere non si dice abbastanza è che lo spreco nei paesi ricchi è la conseguenza dell’enorme sovrapproduzione dell’industria agro-alimentare.  L’immagine in alto mostra quanto il sistema alimentare mette a disposizione ogni giorno in Italia (1): stiamo parlando di 2880 grammi al giorno, pari a circa 3600 kcal! Una vera e propria dieta da boscaioli per una maggioranza di impiegati che non temperano più nemmeno le matite.

La sovrapproduzione è l’inevitabile conseguenza della corsa all’aumento delle rese e della produttività, che naturalmente si paga con un maggiore costo energetico e un maggiore inquinamento del pianeta.

La lotta allo spreco è quindi anche una lotta per la qualità del cibo, contro la quantità.

Detto altrimenti, il cibo non è una merce, ma un bene comune (2) da tutelare perchè ci sostenta in vita e ci dà la gioia di condividere momenti importanti della nostra vita. Se ne comprendiamo il valore biologico, ecologico e sociale, saremo meno inclini a sprecarlo.

L’immagine riportata sopra fa parte di una presentazione che terrò oggi pomeriggio a Novara. Altre sono visibili nella gallery qui sotto.

(1) La fonte sono i Food Balance Sheets della FAO

(2) Si intende che è un bene comune nella sua totalità, come l’acqua, non nelle sue porzioni individuali quotidiane. E’ un bene comune perchè è un bene che deve essere condiviso: nessuno dovrebbe essere sottonutrito in una società organizzata, visto che nessuno è sottonutrito nelle società semplici di cacciatori-raccoglitori. La lotta alla malnutrizione non è cioè un problema di produzione, ma di giustizia.


Spreco

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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