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La crisi dell’auto in Italia: siamo in decrescita

Ogni mese i media raccontano che il mercato dell’auto è in calo, come se fosse un influenza passeggera, in grado prima o poi di passare. Raramente si guarda alla larger picture, anche se i dati sono facilmente consultabili sul sito ACI.

Il grafico in alto mostra l’andamento degli ultimi trent’anni; dopo il calo congiunturale di tangentopoli, le vendite di auto si sono riprese solo per effetto delle campagne di rottamazione, ma il picco delle vendite è stato raggiunto nel 2007 perché da sei anni le vendite sono inesorabilmente in calo.

La situazione è in realtà ancora più critica se consideriamo le immaticolazioni nette, cioè le immatricolazioni meno le radiazioni (grafico in basso). In questo caso la crisi è partita da più lontano, fin dal 1999 e nel 2012 per la prima volta nella storia del motore c’è stato un saldo negativo.

In altre parole, il parco auto circolante per la prima volta ha iniziato a diminuire, tendenza che verrà confermata anche quest’anno. I segnali della crisi c’erano già a metà 2008, quando per la prima volta ho parlato di “picco dell’auto”.

I costruttori di auto avrebbero avuto tutto il tempo per adattarsi al picco del petrolio: veicoli più piccoli e leggeri oppure auto, moto o biciclette elettriche (1). Sono andati ostinatamente nella direzione opposta e non si possono stupire se sempre meno persone sono disposte a dedicare più di un sesto della propria vita per reperire le risorse per accudire ad un’auto.

A proposito, l’immagine sullo sfondo del grafico qui sotto è una scultura intitolata Carhenge e si trova nel Nebraska; il riferimento a Stonehenge è evidente.

 

(1) Un’auto elettrica difficilmente potrà avere le stesse prestazioni di un’auto a combustione, perchè la densità energetica del petrolio è ineguagliabile (non per niente ci sono voluti milioni di anni per produrlo…); tuttavia, investendo adeguatamente in ricerca sarebbe possibile ottenere risultati più che soddisfacenti, a giudicare da quanto si è già ottenuto con il poco che si è fatto.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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