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Perù, allarme per la tribù “perduta” dei Mascho-Piro

Nei giorni scorsi si è creata una certa apprensione in Perù quando un gruppo di un centinaio di Mascho-Piro hanno tentato di attraversare il fiume Las Piedras per prendere contatto con i locali del remoto villaggio di Monte Salvado

I Mascho-Piro vivono nell’Amazzonia peruviana, al confine con il Brasile e fanno parte delle cosiddette tribù mai contattate, ovvero popolazioni di cacciatori-raccoglitori che hanno avuto pochi o nessun contatto con la nostra “civiltà” (1).

La politica del governo peruviano è di scoraggiare ogni contatto con le società tradizionali per evitare che vengano in contatto con i nostri germi patogeni (2) contro cui non hanno difese e per evitare il genocidio culturale legato all’incontro con la modernità.

La tribù ha cercato contatto con gli Yino per la seocnda volta dal 2011 per chiedere banane, funi e machete; ci sono stati momenti di tensione con i rangers quando hanno tentato di attraversare il fiume che separa i territori.

Non si esattamente cosa abbia sconvolto la vita dei Mascho-Piro tanto da spingerli al contatto, ma si ipotizza che la deforestazione illegale e i voli a bassa quota associati alle esplorazioni petrolifere abbia disturbato i loro tradizionali terreni di caccia.

La sorte di queste popolazioni è quanto mai incerta se non verrà frenato l’appetito energetico dell’occidente e della Cina.

(1) I Mascho-Piro hanno conosciuto il lato peggiore della nostra “civiltà” essendo stati decimati verso la fine dell’ottocento dall’avventuriero e barone della gomma Carlos Fitzcarrald.

(2) Chi ha letto lo straordinario Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond sa che le popolazioni indigene americane sono state sterminate dai germi degli spagnoli e portoghesi almeno quanto dalle loro armi.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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