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Cancro, i rischi ambientali sono sottostimati in Francia: e in Italia?

Si legge nel rapporto Plan cancer 3:

I dati epidemiologici recenti e le stime di rischio attribuiscono alle esposizioni ambientali un numero importante di decessi per cancro. In effetti le esposizioni sono multiple e soggette a numerosi fattori che causano confusione. Solo il radon è divenuto oggetto di una legge per la tutela per la salute pubblica nel 2004, deplora il documento. Se la diagnostica è stata organizzata non lo sono state le misure di protezione, mai recensite. Il secondo Plan cancer ha esteso il controllo circa la salubrità dell’habitat e fornito informazione alle persone ma è ancora insufficiente.

Il documento ricorda che i campi elettromagnetici possono essere cancerogeni come anche il particolato emesso dai motori diesel e dunque gli autori raccomandano di diminuire le soglie tollerabili per l’esposizione e di limitare le fonti di inquinamento industriale e urbano inclusa anche una limitazione della contaminazione delle acque per elementi tossici come i pesticidi.

Altro punto in discussione è la richiesta di aumento del numero di gruppi di ricerca che lavorino sui legami cancro/ambiente:

Il numero riconosciuto di cancro di origine professionale è ancora incerto, particolarmente per il cancro non legato all’amianto. Sui 1773 casi di cancro riconosciuti nel 2010 (-3,1% rispetto al 2009), 1473 risultano per esposizione all’amianto ma solamente 74 risultano causati da esposizione a polvere di legno, 63 a oli e catrame e 41 al benzene.

Ciò è dovuto evidentemente a una documentazione insufficiente per cui viene proposta la dichiarazione dell’esistenza del cancro come malattia professionale.

Purtroppo nota il professore Vernant:

La messa in atto di una politica di trattamento dei siti inquinati da cancerogeni roconosciuti, ossia le bonifiche, è ancora minima.

Lo studio inoltre sottolinea i rischi più estesi di contrarre cancro come malattia professionale per i lavoratori delle classi svantaggiate, ossia più povere.

Via | Actu-Environment

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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