Il rapporto FAO Foodwastage footprint Impacts on naturalresources pubblicato oggi rivela che lo spreco alimentare e agricolo costa ogni anno al Pianeta 750 miliardi di dollari ossia 565 miliardi di euro. Si spreca così non solo cibo ma acqua, pari a tre volte quella contenuta nel Lago di Ginevra, ma anche suolo agricolo impegnato per colture che saranno poi gettate via con emissioni sono pari a quelle di Cina o Stati Uniti in 6 mesi.
Gettiamo via ogni anno 1,6 miliardi di tonnellate di prodotti alimentari che vanno a costituire così una montagna di spreco appunto definita dalla Fao come disastro ecologico.
Nel rapporto si legge:
A livello globale, l’acqua potabile sprecata rappresenta quasi tre volte il volume del lago di Ginevra o al volume di flusso annuale del Volga.
Ma sopratutto la FAO afferma che la riduzione delle perdite in agricoltura e di cibo potrebbe contribuire in modo significativo al raggiungimento dell’obiettivo di aumento del 60% in cibo disponibile per soddisfare le esigenze della popolazione globale nel 2050. Secondo la FAO, il 54% delle perdite sono registrate nelle fasi di produzione, raccolta e stoccaggio. Il resto è spreco alimentare in senso proprio, in fase di preparazione, distribuzione o consumo. Nei paesi ricchi, è il secondo tipo di spreco a dominare.
Gli esperti hanno cercato di determinare quali sono le regioni e prodotti agricoli che causano gli impatti ambientali In Asia si sprecano più cereali e ciò a causa degli alti volumi di produzione nel Sud-Est asiatico e l’Oriente e del peso del riso, che emette grandi quantità di metano. I ricchi paesi dell’America Latina sono responsabili dell’80% dello spreco di carne, che:
hanno un forte impatto in termini di uso del suolo e di emissioni di anidride carbonica.
Mentre lo spreco di frutta in Asia, America Latina ed Europa sono tra le principali cause di spreco di acqua.
Per rimediare a questa situazione, la FAO raccomanda di migliorare le pratiche agricole e gli impianti di stoccaggio e di trasporto nei paesi in via di sviluppo e sottolinea che i paesi ricchi hanno:
una grande responsabilità per i rifiuti alimentari a causa del loro modo di produzione e di consumo non durevoli.
Via | Le Monde
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