Italia, troppi pesticidi per rese agricole modeste

Essendo inserita nel paradigma della crescita per la crescita, l’agricoltura industriale ha l’ossessione di aumentare le rese agricole e per questo mette all’opera un vero e proprio arsenale chimico di centinaia di fertilizzanti e pesticidi. Ma no è detto che funzioni.

L’Italia si distingue per avere un pesante uso di pesticidi, oltre 7 kg per ettaro (dati FAO), eppure come si vede dal grafico in alto (1), le sue rese agricole (sempre dati FAO) sono significativamente più basse, di altri paesi occidentali, dove l’uso di insetticidi e diserbanti è pari alla metà (Francia , Svizzera, Regno Unito), oppure ad un terzo (USA, Irlanda, Austria). Forse, invece di rincorrere il delirio chimico, dovremmo imparare qualcosa da queste nazioni che tra l’altro non vantano un’insolazione maggiore della nostra.

Nel grafico la dispersione dei dati è notevole: le stesse rese vengono ottenute con un’intensità di pesticidi che varia di un fattore 50, mentre con lo stesso valore di pesticidi le rese possono variare anche di 7 volte.

Questo sta ad indicare che i fattori che influenzano la resa sono molteplici, per cui è evidentemente possibile ottenere discreti o buoni risultati senza avvelenare l’ambiente.

(1) La scala sull’asse delle x è logaritmica, altrimenti tutti gli stati con inntesità di applicazione minore di 2 kg/ha si sarebbero trovati accorpati in uno spazio troppo piccolo.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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