Ben più importante dei budget economici e finanziari è il budget di carbonio spendibile dall’umanità. Se i primi sono infatti legati a convenzioni sociali che riflettono rapporti di potere tra individui e gruppi, il secondo è basato sull’evidenza fisica che l’inquinamento da CO2 altererà in modo irreversibile il clima terrestre.
Lo sottolinea l’economista, Lord Nicholas Stern, che già nel 2006 aveva pubblicato un celebre rapporto in cui stimava che l’effetto serra ci sarebbe costato più di due guerre mondiali.
Mentre un demenziale ministro conservatore arriva ad affermare che il global warming potrebbe fare bene all’economia inglese, il più brillante economista ambientale europeo evidenzia il fatto che, per restare entro i 2°C di aumento a fine secolo, l’umanità ha un budget di carbonio limitato e che ai ritmi attuali potremmo esaurire nell’arco di 15-25 anni.
Questa valutazione mi sembra eccessivamente ottimistica, visto che secondo l’IPCC il budget di carbonio relativo ai 2°C è pari a circa 780 miliardi di tonnellate (Gt, vedi il grafico in alto (1)). Poiché tra il 1870 e oggi abbiamo già speso oltre la metà di questa cifra, cioè 420 Gt, ne rimangono solo 360 Gt, ovvero poco più di 50 t per ogni abitante del pianeta (2). Ai ritmi di emissione attuale (9,4 Gt) esauriremmo questo budget in 5 anni e 4 mesi.
Si tratta in ogni caso di un orizzonte temporale molto breve, per cui secondo Stern i colloqui per la riduzione delle emissioni devono iniziare subito per arrivare ad un accordo chiaro e vincolante entro la conferenza di Parigi del 2015.
C’è invece chi, come il climatologo Ken Caldeira, è molto critico verso la nozione di budget del carbonio, perché afferma che veicolerebbe l’idea che ci sono emissioni di CO2 permesse, mentre le emissioni sono sempre dannose e pericolose.
(1) I quattro scenari considerati dall’IPCC sono noti come Representative Concentration Pathways (RCP) e prendono il loro nome dal valore in W/m² del forcing radiativo a fine secolo: 2,6 – 4,5- 6,0- 8,5, corrispondenti a concentrazioni atmosferiche di 440-560-740 e 1240 ppm. Come si può vedere dal grafico in alto, corrispondono a budget di carbonio pari a 776, 1226, 1417 3 2979 Gt. La scala x in basso riguarda le emissioni cumulative di carbonio, quella in alto le emissioni di CO2 che sono ovviamente proporzionali alle prime secondo il fattore 44/12=3,667, sulla base delle masse molecolari.
(2) L’intervallo di confidenza del budget di carbonio per l’RCP 2,6 è pari a 600-1000 Gt, di cui 180-580 Gt ancora spendibili, ovvero da 25 a 80 t pro capite.
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