Venezia, il Mose è realtà: alzata la prima paratoia

Il Mose è una realtà. I lavori dell’avveniristico sistema studiato per limitare le maree della Laguna di Venezia ha segnato oggi un primo importante step: l’emersione in superficie della prima paratoia, quella dislocata alla bocca di porto del Lido Treporti. A presenziare all’evento erano in molti: dal governatore del Veneto Luca Zaia (che ha così disertato la manifestazione della Lega Nord a Torino) al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, dal sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, al presidente del Consorzio Venezia Nuova Mauro Fabris.

Luca Zaia ha sottolineato come l’innalzamento della prima paratoia sia “una pietra miliare” di un progetto che rappresenta “un volano per l’economia veneta”, capace di dare lavoro a circa 4 mila persone. Naturalmente il Mose funzionerà solamente se completato. Attualmente l’opera è finanziata all’87%, ma in tal senso il ministro Lupi ha voluto rassicurare Zaia sulla volontà del governo di mantenere fede agli impegni economici sottoscritti e alla scadenza del 2016, data nella quale l’opera dovrebbe essere completata.

Secondo il sindaco Orsoni,

per Venezia è certamente un momento di svolta. Quest’opera cambierà in modo molto radicale il modo di approcciarsi alla città e alla sua laguna, che sono, è bene ricordarlo, una cosa sola. Il messaggio importante che va dato al mondo è che Venezia è una città viva e vitale, una città della contemporaneità. Quest’opera lo sta a dimostrando e sono grato al Governo attuale e a quelli che lo hanno preceduto per l’enorme sforzo che hanno fatto nell’interesse della città.

Ancora tre anni per il completamento dell’opera. L’emersione della prima e delle successive paratoie rimarrà simbolico fino a quando il Mose non sarà completo. Solo allora si potrà verificare la validità di un’opera che dovrebbe avere un costo finale complessivo di 5,6 miliardi di euro. Ma si sa che, in Italia, le stime sono sempre al ribasso.

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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