Al Gore mette in guardia la finanza dalla bolla del carbonio

L’ex vicepresidente USA Al Gore, noto per il suo impegno per la lotta ai cambiamenti climatici, ha messo in guardia il mondo della finanza dal rischio estremamente reale delle scoppio della bolla del carbonio, già messo in luce in un rapporto curato da Lord Nicholas Stern.

Due terzi delle riserve di carbonio nel sottosuolo sono di fatto non bruciabili (unburnable) se si intende mantenere gli aumenti di temperatura nell’ambito dei due gradi. La manifestazione progressiva dei pericoli legati al cambiamento climatico porterà a maggiori regolamentazioni sulle emissioni ed ad una carbon tax; tutti i fondi di investimento legati alle fonti fossili saranno a rischio proprio a causa della necessità di dare vita a un’economia low carbon.

Non si tratta solo di speculazioni, perchè parte del mondo della finanza si sta muovendo in questo senso e lo stesso Al Gore ha fondato la Generation Investment Management insieme con David Bloom, ex CEO di Goldman-Sachs, per introdurre criteri di sostenibilità negli investimenti finanziari.

Conflitto di interessi? E’ possibile che sia così; tuttavia per il bene del pianeta forse non è il caso di essere troppo schizzinosi se il risultato potrebbe essere una finanza meno rapace e più sostenibile.

Gore e Bloom sostengono che non c’è tempo di aspettare nuovi accordi internazionali, per cui gli investitori dovrebbero identificare e rendere pubblici i “rischi da carbonio” nei loro portafogli, per arrivare a diversificare gli investimenti privilegiando le opzioni a basso carbonio come le fonti energetiche rinnovabili e i veicoli elettrici e dismettendo il proprio denaro dai fondi legati alle compagnie petrolifere per cercare soluzioni a più basso carbonio.

Queste scelte certo non miglioreranno oggi la vita delle persone più svantagggiate su questo pianeta, ma almeno avranno il coraggio di iniziare a cambiare direzione prima che sia troppo tardi.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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