100mila per gli organizzatori, 30 mila per la questura: tanti i partecipanti al corteo “Stop Biocidio” contro l’inquinamento nella Terra dei Fuochi, organizzato a Napoli questo pomeriggio.
Due ore di lenta marcia, sotto la pioggia, che ha portato i manifestanti fino a piazza del Plebiscito: don Patriciello in testa, c’erano anche i gonfaloni di Napoli, Agerola e Caivano, la lunga marea umana ha invaso Napoli come i veleni hanno oramai invaso le vite di chi la Terra dei Fuochi un tempo la chiamava “casa”.
“Bisogna cambiare passo, è insopportabile. Ora sappiamo quello che per tanto tempo é stato taciuto. Ora basta serve pagina nuova. […] Chi nasce oggi non avrà la terra, abbiamo rubato loro ciò che spetta loro per diritto. Siamo stati dei farabutti abbiamo rovinato la terra. […] Mettiamo in conto tutto la nostra madre terra Campania è moribonda, ma non è morta.”
ha detto ai giornalisti il parroco di Caivano. La manifestazione si è tenuta con, a suo margine, una lunga sequela di polemiche dei sindaci della provincia di Napoli con Luigi de Magistris, che aveva invitato i colleghi al corteo ricevendo una lunga serie di “no”.
“La legittima protesta dei cittadini, di fronte a questo disastro annunciato, non può essere a mio parere l’ennesima occasione per confondere ruoli e responsabilità.”
ha risposto il sindaco di Afragola Domenico Tuccillo, rispondendo anche a quella richiesta chiara fatta da numerosi comitati di cittadini, che chiedevano l’esclusione della politica dalla manifestazione. Tantissimi i bambini e le famiglie presenti al corteo, alcuni di loro mostravano le fotografie dei morti di cancro e di veleni. Da Pozzuoli invece il ministro della Difesa Mario Mauro è intervenuto sull’emergenza ambientale nella Terra dei Fuochi, spiegando di aver messo a disposizione un possibile intervento dell’Esercito.
“Se chiamati, sicuramente non ci tireremo indietro, ma governo e parlamento devono capire dove, come e quando usare le forze armate.”
ha detto il ministro, spiegando che la presenza dei militari in Campania potrebbe giustificarsi con due differenti funzioni: di controllo del territorio, per evitare che avvengano nuovi sversamenti di rifiuti, liquami e veleni di varia natura, e di tutela durante il lungo percorso di bonifiche. Non una novità per la Terra dei Fuochi, che è passata dall’essere un territorio dimenticato ad essere una zona altamente militarizzata, sia da forze mafiose che dallo Stato.
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