Rifiuti di Roma, presentata interrogazione parlamentare su Malagrotta

Di rifiuti a Roma non si fa più un gran parlare, eppure la situazione viene “apparata” ogni giorno: il precario equilibrio tra rifiuti smistati negli impianti sul territorio dell’intera regione, quelli lasciati nei cassonetti stradali per giorni, quelli emigrati in altre regioni e quelli che “spariscono” nel nulla, rischia ogni giorno di rompersi.

Una fragilità data dal fatto che ogni giorno Roma riesce a fare quanto basta per non affogare ma troppo poco per uscire dalla crisi: i passi percorsi, lentamente, sono stati importanti ma si continua a navigare a vista e la terraferma sembra ancora molto lontana.

L’anagrafe pubblica dei rifiuti, se approvata dal Campidoglio, sarà in questo senso uno spartiacque dall’oblio alla conoscenza, un primo importante passo verso la consapevolezza prima e la risolutezza poi. Ma, appunto, un primo passo.

Di Malagrotta nel frattempo non si parla più, nonostante le domande ci siano, in gran numero, e nonostante queste siano particolarmente cocenti: il Cdr (combustibile da rifiuto) stoccato nella fossa del gassificatore di Malagrotta infatti è ancora là, come le ecoballe di Acerra e Terzigno in Campania. Una situazione oscura, aggravata dal fatto che il livello di attenzione si sia gravemente abbassato su quella che resta, fino a bonifica ultimata, la discarica più grande del continente.

Stefano Vignaroli, deputato del M5s che conosce bene la Valle Galeria e la vicenda della discarica di Malagrotta, ha presentato quest’oggi un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, chiedendo al titolare del dicastero di via Colombo di mettere al corrente tutti di alcune questioni spinose relative a quell’invaso.

Su tutte le quantità, relative alle capacità di smaltimento degli impianti di Tmb Malagrotta 1 e 2, e gli scarti di lavorazione (sia del Cdr che dalla Fos, frazione organica stabilizzata); un mistero, questo, che allo stato attuale sembra quasi impossibile da risolvere: i prodotti di lavorazione degli impianti di Tmb, che non si sa dove vanno a finire, la restante quota di rifiuti romani lavorati negli altri impianti della Regione Lazio, tutte domande che anche Ecoblog pone da tempo e che hanno un valore intrinseco fondamentale nella comprensione dell’emergenza rifiuti romana.

Vignaroli però pone due questioni ulteriori al ministro; la prima è proprio relativa al Cdr stoccato nella fossa del gassificatore:

“Se il deposito deputato ad accogliere “temporaneamente” quanto precedentemente ( nei mesi da aprile a settembre c.a.) veniva sversato nell’invaso non costituisca paradossalmente una sorta di appendice della ex discarica tale da rendere possibile un inasprimento dell’infrazione da parte della Commissione Europea oltre costituire l’ennesima beffa ai danni dei cittadini residenti che continuano ad essere invasi da miasmi nauseabondi.”

che produce cattivi odori, veri e propri miasmi che appestano un quartiere allo stremo da almeno un ventennio. La seconda questione sollevata dal deputato pentastellato riguarda invece il recupero del territorio e le necessarie bonifiche:

“Se si è avviato ed in quale modo, l’intervento di recupero ambientale e di riqualificazione dell’area e se il monopolista Manlio Cerroni, sia attenzionato dal Governo per il rispetto degli obblighi ed oneri che le norme di legge prescrivono a suo carico e che costui più volte nel corso di decenni, ha impunemente violato.”

Questioni poste già da tempo ma alle quali le risposte, almeno fino ad oggi, sono completamente mancate.

A.S.

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