Stanno volgendo al termine le indagini sulle morti causate dall’esposizione all’amianto nelle sedi della Olivetti di tutta Italia. Entro poche settimane, prima dell’inizio del prossimo anno, le ventiquattro persone indagate per le morti e i casi di mesotelioma alla Olivetti riceveranno l’avviso di conclusione delle indagini.
In questi giorni alla Procura di Ivrea sono arrivate le ultime consulenze tecniche richieste dalla magistratura, una sorta di “mappatura” di quella che fu la “catena di comando” alla Olivetti fra gli anni Sessanta e gli anni Novanta: i consigli degli amministratori, le deleghe dei manager e degli amministratori delegati. Per chiarire quali siano i responsabili bisogna comprendere i confini dei poteri dei singoli dirigenti.
In precedente post, Ecoblog aveva chiarito la cronologia della presa di coscienza, da parte dell’azienda eporediese, della dannosità dei materiali impiegati.
Il sostituto procuratore Lorenzo Boscagli, titolare dell’inchiesta, e il procuratore aggiunto Gabriella Viglione, distaccato da Torino per seguire l’inchiesta, stanno vagliando un’ingente mole di atti notarili e documenti interni all’azienda che dovranno aiutare la Procura a capire, limitatamente ai 21 casi di mesotelioma pleurico finora accertati, chi sapeva della presenza di amianto, da quanto tempo e chi doveva mettere in atto le dovute precauzioni a tutela dei lavoratori.
L’amianto non era presente soltanto in una delle fasi di produzione (la tremolite utilizzata come talco per far scivolare le guaine di plastica) ma anche nei capannoni dell’Olivetti, a San Bernardo e in altre fabbriche italiane. Nessuno dei dirigenti indagati – fra cui vi sono Carlo e Franco De Benedetti e Corrado Passera – ha chiesto di essere sentito dai magistrati ed è probabile che ciò avverrà solamente quando verranno inoltrati gli avvisi di conclusione delle indagini. Da quel momento, il tempo utile per la presentazione delle memorie difensive sarà di venti giorni.
Accanto al filone principale, si sta arricchendo un fascicolo bis, nel quale, nelle ultime settimane, sono confluiti altri dieci casi di malattia: cinque persone morte e cinque altre ammalate di mesotelioma. Altre segnalazioni arrivano da Crema dove si utilizzava la tremolite nella fabbricazione delle macchine per scrivere e il caso di un operaio di Caserta ammalatosi dopo aver lavorato nello stabilimento di Marcianise.
Via | La Sentinella del Canavese
Foto © Getty Images
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