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Pioppicoltura, firmato il protocollo d’intesa tra le regioni del nord

Lo scorso 29 gennaio a Venezia è stato firmato il protocollo d’intesa per avviare una strategia di rilancio del pioppo in Italia: il protocollo è stato firmato grazie alla malgama di Assopannelli-FederlegnoArredo; i firmatari sono Coldiretti, Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura, Associazione pioppicoltori italiani, Cra-Istituto per la pioppicoltura e Assocarta.

Il protocollo riguarda le principali regioni del nord Italia, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia-Giulia, e punta a rilanciare l’intera filiera del pioppo in Italia: aumentare le superfici coltivate, ottemperando anche a quella salvaguardia dei suoli tanto cara al ministro Andrea Orlando, e implementare l’occupazione al nord Italia sono i principali obiettivi del protocollo, che tuttavia getta un’occhio attento anche agli aspetti più industriali.

La trasformazione del legno in pannelli, mobili e arredamenti è stata infatti la storia dell’artigianato al nord Italia, in particolare in Brianza (grandiosa capitale europea del mobile, oggi più simile al ritratto virziniano) e può rappresentarne anche il futuro: la Lombardia, in Italia la principale produttrice di legname di pioppo, per anni si è garantita un export di lusso, che con il decorrere del tempo è andato sempre più assottigliandosi (-53% dal 2000).

Oggi il paradosso è la sottoproduzione: il fabbisogno di compensati, pannelli, pasta di cellulosa è infatti doppio rispetto alla produzione. A fronte di una domanda di 2 milioni di metri cubi l’anno, la disponibilità produttiva attuale è di 1 milione di metri cubi. Un vero e proprio regalo che l’Italia fa alla concorrenza estera.

“Vogliamo tornare a utilizzare le golene come luogo di coltivazione del pioppo, soprattutto per assicurare un più efficiente deflusso idrico in caso di piena dei fiumi.”

ha spiegato l’assessore lombardo all’agricoltura Gianni Fava. Oltre al rilancio della pioppicoltura il protocollo si prefigura di ottenere un maggior riconoscimento dei vantaggi economici e ambientali derivanti dalla coltivazione di questa specie arborea: riconoscere le aree coltivate a pioppeto quali “Aree di interesse ecologico” (o Ecological focus area) e quindi destinatarie di contributi ecologici europei; occorre pensare alla filiera legno-arredamento come ad una vera e propria industria nazionale, che occupa circa 400.000 dipendenti, pari all’8% dei dipendenti del settore manifatturiero, ed interessa 75.000 imprese.

In un contesto simile è evidente l’importanza di tale protocollo d’intesa: l’eccellenza nel settore, universalmente riconosciuta all’Italia, è una carta facilmente spendibile senza troppe spese di sorta, che potrebbe garantire nuovi posti di lavoro ed una tutela dei suoli delegata alle aziende, con un ulteriore risparmio per le scarne casse pubbliche (di qualunque parte d’Italia).

A.S.

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