Incidente Deep Water Horizon, 42 miliardi di danni, pari a un anno di importazioni italiane

A quasi quattro anni di distanza dall’incidente sulla piattaforma off-shore della Deepwater Horizon nel golfo del Messico, il più grave disastro tecnologico dell’industria petrolifera, il conto dei danni ha raggiunto 42,7 miliardi di dollari.

Tanto per farsi un’idea, è più o meno la stessa cifra che l’Italia ha pagato nel 2013 per tutte le sue importazioni di petrolio (1). I costi però potranno crescere ancora di un altro 50% (altri 20 miliardi); dopo le ultime sconfitte giudizirie, BP è attesa la varco nelle molte cause legali sono ancora in corso. Inoltre il dipartimento di giutizia USA continua a bandire la BP da nuove operazioni nel golfo.

Nel 2013 la BP ha ridotto i suoi profitti del 23%, da 17 a 13 miliardi di dollari. Paradossalmente BP ha perso meno di Shell (-71%) che non ha sofferto grandi incidenti, ma ha scommesso malamente sulle trivellazioni artiche.

I biologi marini hanno collegato danni riscontrati nelle popolazioni di delfini con il disastro petrolifero, mentre sono abbastanza evidenti i problemi di salute di molte specie di pesci e soprattutto degli organismi che vivono immobili sui fondali, come le ostriche.

Peccato che ostriche e delfini on possano costituirsi parte civile.

(1) Fonte Min Sviluppo Economico: 356 milioni di barili a 110 $/barile da gennaio a novembre 2013

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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